Covid, allarme di Locatelli sui vaccini: dati preoccupanti

Nuovo allarme per quanto riguarda i vaccini contro il Covid: a lanciarlo ci ha pensato direttamente Franco Locatelli. Lo ha fatto rilasciando una intervista al ‘Corriere della Sera’

Franco Locatelli intervistato dal Corriere della Sera
Franco Locatelli (Ansa Foto)

Se non è un allarme allora poco ci manca. Ci ha pensato Franco Locatelli che, da pochi mesi (precisamente dal 17 marzo del 2021) è diventato il nuovo coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico. Ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘ per quanto riguarda la situazione vaccini e soprattutto Covid nel nostro paese.

Di che allarme stiamo parlando? Del fatto che più di 3,5 milioni di italiani non ha effettuato la dose booster. Ovvero, non le hanno ancora ricevute. Ci ha tenuto a precisare che questo è un ruolo fondamentale giocato sia dai medici di medicina generale che dagli specialisti: “Serve anche la collaborazione attiva delle Regioni e delle aziende sanitarie nel contattare chi ha bisogno di ulteriore copertura“.

Gli è stato chiesto anche se ci fosse la possibilità di poter usare delle dosi di vaccino in autunno per determinate categorie. Una opzione che non si è sentito assolutamente di escludere. Solamente nei prossimi mesi lo potremo scoprire. Queste sono alcune delle sue parole in merito: “Le variabili in gioco sono tante, dalla durata della protezione conferita dagli attuali vaccini, alle varianti prevalenti in quel periodo, al quadro epidemiologico con particolare riguardo all’incidenza di casi gravi“.

Locatelli: “Non bisogna banalizzarlo come semplice raffreddore

Franco Locatelli intervistato dal Corriere della Sera
Franco Locatelli (Ansa Foto)

Per quanto riguarda la necessità di rendere disponibili vaccini in grado di dare protezione alle varianti come Omicron ci sono pochissimi dubbi: “Ci aspettiamo che siano approvati e disponibili in autunno“. In conclusione: “Tuttavia, come nelle ondate precedenti, se il numero di casi aumenterà in modo sostanziale, è possibile che ne segua la crescita dei ricoveri. Non bisogna banalizzare il numero di morti in Italia per Covid come un raffreddore o influenza”

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