Flavia Rampichini e il suo “nulla di vero”

Ilaria Solazzo ha intervistato per noi la scrittrice, autrice del libro rivelazione Nulla di Vero

«Leggilo di nuovo» intimai, con un tono che non ammetteva repliche.
Simone sbuffò, poi lesse ad alta voce: «“Allora è deciso, ormai dovrà lasciare questo mondo, e sarò proprio io a gettarlo tra le braccia della Morte”. E allora?» ripeté guardandomi dritto negli occhi.
«E allora non ti fa venire i brividi?».
«No, perché dovrebbe?».

Chi ha lasciato un’oscura minaccia di morte tra i libri della biblioteca di Lettere Classiche? Davvero un misterioso assassino si aggira per i corridoi dell’Università, o è tutto frutto dell’immaginazione di Vera Bonelli, dottoranda poco convinta, con una passione segreta per i romanzi fantasy e una spiccata propensione per la menzogna? L’ambiente accademico, con i suoi intrighi e le sue gelosie, si tinge di giallo, sullo sfondo di una città distratta dai mondiali di calcio del 2002. Il libro è in vendita in tutte le librerie italiane. Per maggiori info potete visionare https://www.annullieditori.it/libri/nulla-di-vero/

Ilaria Solazzo ha intervistato la scrittrice Flavia Rampichini autrice del libro “Nulla di vero”.

Flavia Rampichini vive a Milano, e fa la bibliotecaria. Quando era grecista, ha collaborato alla traduzione e al commento degli Epigrammi di Posidippo di Pella, pubblicati nel 2008 per Mondadori nella collana Oscar classici greci e latini. Come mamma-scrittrice, ha pubblicato nel 2012 per la casa editrice Mammeonline Magari …

Ciao Flavia e benvenuta su “Notizie.com”. Iniziamo dalla prima domanda. Perché hai cominciato a scrivere questo libro?
“Perché sentivo il bisogno di raccontare un periodo della mia vita che mi ero lasciata alle spalle, ma che era stato importante, quello degli anni in cui ero una dottoranda di filologia classica. Era stato un periodo impegnativo, denso di contraddizioni, e mi pareva ci fossero molti spunti per rielaborarlo dandogli una veste narrativa”.

C’è un’immagine nella tua memoria che ricolleghi al momento in cui hai deciso di voler diventare autrice di questo manoscritto?
“Non c’è stato un singolo momento, ma più momenti successivi, anche a distanza di tempo, in cui cercavo di dare forma alla storia che volevo raccontare, senza trovare la giusta chiave di lettura, finché l’ambiente chiuso di lettere classiche, frequentato da un numero relativamente ristretto di persone, mi è apparso come il contesto perfetto per un giallo”.

Quale scrittrici ti hanno maggiormente ispirata per dar vita a “Nulla di vero”?
“Una su tutte: Agatha Christie. Ti dico solo che il titolo con cui ho mandato il manoscritto all’editore era Dieci piccoli dottorandi. Agatha Christie è stata la prima scrittrice di gialli di cui mi sono innamorata da ragazzina, e anche se poi ho letto molti altri autori, sono rimasta legata all’idea del giallo classico, con pochi personaggi tutti sospettabili e l’intelligenza del detective sola contro tutti a cercare di sbrogliare la matassa. Le sono debitrice anche del tono leggero che non ama indugiare sui dettagli macabri, e la simpatia per i giovani che si innamorano”.

“NULLA DI VERO”… descrivilo in 7 aggettivi.
“7 sono tanti, ma sono anche un numero “magico”, perciò ti dirò più che altro come vorrei che fosse riuscito: intrigante, avvincente, divertente, romantico, spiazzante, intenso, e breve: l’ultimo è un dato di fatto”.

Quanto tempo hai impiegato per realizzare il libro “NULLA DI VERO”?
“Tra l’ideazione della trama e la stesura finale, un annetto direi”.

Quali emozioni ti sono sopraggiunte all’atto della pubblicazione del libro “NULLA DI VERO”?
“Ho pensato: Wow! Una storia che è stata per tanto tempo nella mia testa cercando di prendere forma e alla fine eccola qui, pronta a camminare da sola e andare incontro al suo pubblico. C’è sempre un po’ di stupore nel vedere il frutto del proprio lavoro creativo, e poi il timore che possa non piacere e la speranza invece che sia apprezzato, che riesca soprattutto a comunicare delle emozioni”.

“Nulla di vero”, un titolo di effetto. Ti è mai successo nel tuo privato che non vi fosse nulla di vero in una tua situazione?
“Diciamo che, come per la protagonista del mio romanzo, c’è stato un lungo periodo della mia vita in cui mi sono sentita un’impostora; erano gli anni in cui studiavo, e pensavo che i miei successi scolastici fossero soprattutto frutto di un inganno e prima o poi mi avrebbero scoperta. Solo pochi anni fa ho scoperto che è una condizione vissuta da molte persone, in particolare donne, e che è stata studiata in psicologia con il nome di Sindrome dell’impostore. Una rivelazione che mi ha fatto sentire meno sola”.

Secondo te in questo mondo particolare legato all’editoria, alle librerie, agli scrittori… “Nulla di vero” come si colloca?
“Purtroppo in una piccola nicchia; scritto da un’autrice praticamente sconosciuta (io) e pubblicato da un editore indipendente con una distribuzione limitata, non per colpa sua. Il risvolto positivo è che le poche persone che mi leggono a volte poi mi mandano i loro commenti senza troppa timidezza, perché non sono una celebrità, questo mi piace molto”.

Chi ha ideato la copertina del libro? E come mai si è scelto di apporre questa immagine molto forte?
“L’immagine richiama una scena del libro; l’idea di rappresentarla è stata dell’illustratore, Alfonso Prota, e mi è piaciuta subito, proprio perché è una scena forte come dici tu e anche perché è una sorta di inganno per il lettore, nel senso che la storia non è così cupa come la copertina potrebbe far pensare. Dato che l’inganno è uno dei temi portanti della storia, va bene così; e poi, come diceva Gorgia per il pubblico della tragedia greca, il lettore più saggio è quello che si lascia ingannare”.

Puoi descriverci i protagonisti del tuo libro da un punto di vista sociologico e psicologico?
“Senza svelare troppo posso dirti che la protagonista, Vera, è una ragazza piena di contraddizioni, abituata a mentire per mantenere una reputazione che non crede di meritare, ma anche curiosa e tenace. Simone, il co-protagonista, è un ragazzo apparentemente equilibrato, studioso e intellettualmente molto vivace, ma con una fragilità emotiva latente dovuta alla sua storia familiare. Intorno a loro, compagni di dottorato e professori, una piccola comunità attraversata da gelosie, rivalità e pettegolezzi, ma anche unita dalla passione per lo studio”.

Cosa puoi e vuoi dirci circa il tuo rapporto con la casa editrice Annulli Editori?
“Nulla di vero è il secondo libro che pubblico con loro, dopo L’amore ai tempi del G8 pubblicato nel 2019. Mi piace lavorare con loro perché diversamente da altre piccole case editrici pubblicano testi in cui credono, e non dietro compenso dell’autore. Il che comporta anche un coinvolgimento diretto e una stretta collaborazione sia nella revisione sia nella promozione del libro”.

Quali sono i tuoi progetti futuri legati al mondo della scrittura?
“Sto seriamente considerando di scrivere un altro giallo, magari proprio il seguito di Nulla di vero… Al momento ho qualche idea da far sedimentare, vediamo come si sviluppa”.

Saluta i lettori con una tua citazione… o un estratto del tuo libro.
“Il segreto è saper leggere al contrario… tutto lì”.

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