Ha truffato Conte, El Shaarawy e il Vaticano: chi è Massimo Bochicchio?

La figura di Massimo Bochicchio è estremamente interessante: ha truffato Antonio Conte, Stephan El Shaarawy e il Vaticano. Ma chi è?

Massimo Bochicchio
ANSA/TELENEWS

Nel giro del broker di Capua Massimo Bochicchio, attualmente agli arresti domiciliari con le accuse di truffa, riciclaggio e abuso della professione finanziaria, non c’erano solamente l’allenatore del Tottenham, Antonio Conte, e il calciatore della Roma, Stephan El Shaarawy. La nuova udienza si terrà il prossimo 20 giugno, con giocatori e allenatori che saranno convocati dall’accusa e dalla difesa. Attualmente, Bochicchio è ai domiciliari, pur godendo di permessi legati alla sua salute che gli consentono di girare spesso per Roma. L’inchiesta de La Verità in merito al suo processo svela dei dettagli interessanti sul mondo in cui operava il broker.

I rapporti di Bochicchio con il Vaticano

Oltre al suo interesse per il mondo dell’arte – gli sono state sequestrate molte opere di Picasso e Warhol – il “trader”, come amava definirsi Bochicchio, aveva parecchie entrate nel mondo della finanza italiano. Ma le sue conoscenze si spingevano anche all’interno della Santa Sede. Il rapporto che fa discutere è quello tra il broker di Capua e Gianluigi Torzi, broker molisano indagato per lo scandalo della Segreteria di Stato di Angelo Becciu.

Nel febbraio del 2021, a Bochicchio sono stati sequestrati dei laptop, al cui interno si trovavano corrispondenze tra il broker di Capua e Gianluigi Torzi, Gian Rodolfo Errani, l’avvocato Nicola Squillace e Luca De Lucia. Torzi e Bochicchio sono a processo in Vaticano per la gestione di fondi della Segreteria di Stato. Errani è un socio di Bochicchio, mentre De Lucia – venuto a mancare nel 2019 – era uno dei dirigenti di Tiber Capital, società di gestione di patrimoni fondata dal broker di Capua.

Massimo Bochicchio
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Lo scandalo Pop Bari

Ma Bochicchio non è indagato solo per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato: il broker di Capua e Gianluigi Torzi sono anche coinvolti nel processo legato alla Banca Popolare di Bari. L’ex amministratore delegato della Pop Bari, Vincenzo De Bustis, voleva salvare l’istituto di credito barese, sommerso dai debiti. Da ciò, in seguito alla richiesta di Bankitalia di un piano di rafforzamento per Pop Bari, De Bustis aveva presentato una proposta della società Muse Ventures di Torzi. Le operazioni sono però andate a vuoto.

Dalle corrispondenze, tuttavia, emerge dell’altro. Nel 2017, Bochicchio e De Bustis avevano intrapreso un lungo scambio di mail per presentare una proposta legata alla sottoscrizione dell’aumento di capitale alla Cassa di Risparmio di San Miniato, per la cifra di 150 milioni di euro, realizzato in seguito dalla Crédit Agricole Cariparma. De Bustis si presentò come un advisor per una cordata di investitori italiani, tra cui la Tiber di Bochicchio con 20 milioni di euro. Pur avendo detto nelle intercettazioni di aver maneggiato circa 2 miliardi di euro, però, il broker di Capua deve restituire ancora 300 milioni ai suoi clienti, i quali lo hanno denunciato.

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