Napoli, Palummella boccia Spalletti: “Ecco l’unico che salvo della squadra”

 

Il Napoli perde l’ennesima occasione della stagione; stavolta in casa dell’Empoli dove in vantaggio per 0-2 in 7 minuti la squadra di Spalletti subisce la rimonta, Palummella: “Tecnico non all’altezza”.

In un campionato sempre più altalenante, in cui anche in vetta le squadre rallentano, c’è il Napoli che anzitempo ha mollato la corsa al titolo, lasciando alle milanesi la lotta-scudetto. Dopo la rimonta subita ieri in casa dell’Empoli, la società ha ordinato il ritiro permanente dei partenopei e per parlare della stagione dei napoletani è intervenuto in esclusiva a Notizie.com Gennaro Montuori, il noto Palummella storico capo degli ultras di Curva B omaggiato anche con un docufilm: “Non condanno la squadra, condanno il Palazzo del calcio italiano, sono disgustato da quello che accade: è tutto programmato a tavolino. Boccio anche il presidente De Laurentiis, però c’è da dire che quest’anno ha regalato a Spalletti una buona rosa. Il tecnico invece non si è dimostrato all’altezza: è stato sempre un allenatore rinunciatario. Mi spiace dirlo ma tutti questi fattori stanno mettendo in discussione la nostra passione e non è giusto che litighiamo tra noi, mentre gli altri fanno gli affari propri”.

Ed i riflettori ora sono puntati proprio su Spalletti, accolto con entusiasmo dopo Gattuso:Non è all’altezza di una grande piazza, non sa vincere: mi dispiace perché credevo che la sua esperienza potesse portare i frutti in questa città. Io non ho mai bocciato Gattuso, perché il presidente gli aveva già detto a dicembre che se ne doveva andare, per cui non poteva lavorare bene”, chiarisce il conduttore tv.

Palummella su Spalletti
Palummella (YouTube) Spalletti (LaPresse)

L’allenatore toscano non convince affatto la piazza partenopea, sottolinea la figura storica del tifo azzurro:Avrebbe potuto salvare la sua carriera in Italia, poteva vincere lo scudetto ma non ha saputo cogliere il momento: si è intestardito contro Mertens, il quale ogni volta che entra in campo dimostra di essere un leader ed il protagonista della nostra storia. Spalletti si è chiuso in difesa; ha avuto paura, paura di vincere: gli allenatori che puntano al titolo non giocano con un solo attaccante. Lo ha fatto anche con l’Inter, quando tolse Icardi per Santon e perse con la Juventus nel finale di gara”. 

Questi risultati hanno portato anche ripercussioni nei sostenitori:Il tecnico pensa solo a se stesso, come il nostro presidente: a me dispiace per la rottura interna che si è creata, siamo veramente amareggiati, delusi e depressi. È un campionato che si potevano vincere, visto che Milan ed Inter rallentano”.  E, dando uno sguardo agli ultimi risultati, il direttore di Tifosinapoletani.com aggiunge: “Abbiamo vinto solo con la Salernitana, con la Lazio nel finale quando ha tolto Zielinski ed è entrato Elmas e a Bergamo perché fortunatamente Mertens non ha mai fatto un passo indietro nonostante il trattamento che gli è stato riservato: lui vuole bene alla città, ha chiamato il figlio Ciro e Napoli lo ammira. Spalletti non vuole mai vincere, come si è visto ieri: invece di schierare una squadra equilibrata dall’inizio, il gruppo è andato in difficoltà”.

La sfida di Empoli ha lasciato una grande delusione:Sullo 0-2 ha tolto i migliori, voleva vincere per se stesso, facendo capire che aveva ragione. Non ha capito che Zielinski e Politano non stanno bene. Non sa avere torto”. Ieri caduta in trasferta ma anche il Maradona non è stato un valore aggiunto:Il tecnico ha spento l’entusiasmo e questa situazione si era iniziata a creare da quando il presidente ha lanciato offese. Ad ogni modo al patron va riconosciuto che ha fatto una rosa competitiva, la più forte da quando è presidente”.

Palummella Mertens Spalletti
Mertens (LaPresse)

Una stagione quindi da dimenticare per il Napoli:Quest’anno la colpa è solo di Spalletti se alcuni giocatori non fatto ottime prestazione, perché non li ha schierati nel momento opportuno. Deve saper sfruttare la sua esperienza, ero convinto lo facesse ma non è stato così. Io cerco di non andare mai contro i tesserati del Napoli, ma i fatti parlano: Inter e Roma anche avevano buone rose e lui già li non vinse. Me lo avevano detto, ma non ci volevo credere: ognuno conosce le proprie piazze, quindi non si può parlare per sentito dire, sarebbe fanatismo. Ora purtroppo lo abbiamo constatato anche qui a Napoli”. “Hanno distrutto la passione di un popolo, è solo business. C’è chi vuole salire sul carro che noi spingiamo tutto l’anno, ma non si fa così: ci vuole rispetto anche per i tifosi che a mio avviso sono il fulcro di questo gioco, insieme alla squadra”, sottolinea il regista di numerose indimenticabili scenografie allo stadio di Napoli.

Anche l’11 scelto dal tecnico è messo in discussione da Palummella che di Napoli forti e vincenti ne ha visti tanti, diventando anche amico di Maradona:Spalletti si è intestardito su Zielinski che non si contesta in assoluto, è un giocatore talentuoso, ma non è in condizione. Significa che l’allenatore non conosce il termometro della squadra. Poi Mertens non può stare in panchina: ha un feeling particolare con la Città e ha dimostrato in campo di non essere un giocatore qualunque, così come ha mostrato il suo valore in Nazionale. Sa giocare in tanti ruoli, lo abbiamo notato pure ieri: andava anche in cabina di regia, ha nelle gambe i 90 minuti e il mister cerca di toglierlo di mezzo. Aggiungerei a queste decisioni il trattamento riservato a Demme, giocatore fondamentale: relegato in panchina ingiustamente nonostante avesse dimostrato il suo valore. Tra l’altro si chiama Diego ed il padre calabrese lo ha fatto venire a Napoli. Spalletti si è tagliato le gambe da solo, lo abbiamo sostenuto fino alla fine, dandogli numerose chances e aveva tutto il popolo al suo fianco ma l’ha tradito: a Cagliari, con l’Inter, il Milan, la Fiorentina, la Roma e ieri ad Empoli”.

Un pensiero poi sul finale di campionato:Non sono un mago, però c’è una certezza: il malessere nell’aria. Andiamo in Champions per fare cosa? Le gite? Il Napoli sta pensando di rivoluzionare e togliere i giocatori più importanti. Ma ogni appassionato del mondo vuole vincere e a qui non succede da un po’. Con Sarri avremmo vinto, ma quest’anno lo scudetto ce lo ha fatto perdere Spalletti: non commento il lato umano, ma il professionista che non ha saputo guidare nè la squadra nè il tifo: ha spento entusiasmo”. Montuori chiude con il rammarico di questa annata: “L’allenatore avrebbe potuto finire il campionato diversamente, ma ora alziamo le mani e ammettiamo che non è andata. Gli uomini di calcio sanno come stanno veramente le cose. Questo sport ieri era completamente diverso: ora il tecnico vuole essere protagonista per i meriti, ma gli artefici sono coloro che vanno in campo e i tifosi, poi a seguire anche chi racconta con onestà questo gioco”.

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