Accuse di sessismo per il Festival di Cannes 2022!

Pochi giorni fa è stato pubblicato il programma della settantacinquesima edizione del festival di Cannes 2022 e le prime polemiche iniziano a fiorire.

Le lamentele sembrerebbero rivolte in gran parte all’esiguo numero di registe donne in concorso, ma il direttore artistico Thierry Fremaux risponde con fermezza alle critiche, scongiurando un’eventuale accusa di sessismo culturale: “A questo tipo di domande si può rispondere solo mettendole in prospettiva. L’anno scorso le donne hanno vinto tutti i primi a Cannes, tre diverse registe hanno vinto il Concorso ufficiale, la sezione Un Certain Regard e la sezione Cinefondation. Non ci sono quote a Cannes, qui selezioniamo i film esclusivamente in base ai loro meriti artistici”. Sebbene le parole di Fremaux siano corrette, la questione rimane complessa, poiché la colpa per il modesto numero di registe donne (tre film su diciotto candidati), più che agli organizzatori dei festival, è da imputare soprattutto ad un sistema ancora latentemente patriarcale. Tuttavia, nonostante una cultura ancora inquinata dagli echi di un dilagante sessismo, non si possono neanche ignorare i significativi passi avanti degli ultimi anni, come la vittoria del miglior film agli Oscar (2021) per Nomadland di Chloe Zhao o il trionfo di premi per Il Potere del Cane di Jane Campion.

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Il faticoso percorso per la parità dei sessi è ancora lungo, ma ci sentiamo tranquilli nel scoraggiare sterili polemiche, goffamente rivolte a chi proprio dell’imparzialità ha fatto il senso stesso del proprio lavoro.

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