Caso Alabama, Massimo Gandolfini (Family Day): “Serve una linea comune”

La decisione dell’Alabama contro i diritti transgender fa discutere, lo psichiatra Massimo Gandolfini è chiaro: “Servono valutazioni specifiche e una linea comune”.

Il caso dell’Alabama fa discutere. Nello stato americano il provvedimento che per molti va contro i diritti transgender diventerà presto legge, fra le critiche e una linea che segue quella intrapresa dalla Florida.

massimo gandolfini
Massimo Gandolfini (AnsaFoto)

In sostanza sarà vietato affrontare il tema della transizione di genere nelle scuole, e i medici che somministreranno farmaci o effettueranno interventi chirurgici potrebbero essere puniti con pene che vanno fino ai 10 anni di reclusione. Il discorso però, è molto più ampio, e sul tema è intervenuto lo psichiatra Massimo Gandolfini. In esclusiva a Notizie.com ha chiarito quali sono gli aspetti, i problemi, gli aiuti da fornire a chi intraprende un percorso delicatissimo, non solo fisicamente, ma soprattutto dal punto di vista psicologico.

“Credo che non si debba parlare di casi – ha affermato –, ritengo più corretto e auspico che quando si parla di disforia di genere si debba ricercare una linea comune. Con questo intendo dire che le differenze nelle nazioni non aiutano le persone che intraprendono un cammino delicatissimo”. Il dottor Gandolfini spiega tutto con chiarezza. “L’obiettivo è aiutare quelle persone che realmente soffrono, e servono analisi approfondite per ricercare i motivi. Da psichiatra dico che è fondamentale da subito capire le vere esigenze, approfondire le sofferenze, valutare attentamente quali sono i modi per sostenere chi intraprende questo percorso, e non stabilire leggi o permettere in maniera indiscriminata e soprattutto poco accurata che tutto ciò si trasformi in una battaglia ideologica. Ci sono molti paesi che hanno fatto marcia indietro, anche spinti da casi di persone che dopo un lunghissimo percorso hanno sofferto ancora molto”. 

Gandolfini: “Aiutare chi soffre, ma i numeri ci suggeriscono cautela”

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Massimo Gandolfini, Family Day (AnsaFoto)

Il presidente del Family Day a Notizie.com fa chiarezza. “Credo che i numeri diano la dimensione di quanto accade in altri paesi. L’Inghilterra ha fatto passi indietro repentini, anche alla luce di quanto accaduto a Keira Bell (sottoposta a trattamenti dopo la frettolosa diagnosi di disforia e oggi pentita e in causa con il servizio nazionale Ndr). Il passo più importante è adottare una linea comune, e in tal senso è fondamentale non fare battaglie ideologiche. Ci sono persone che soffrono realmente, e per aiutarle serve mettere alla base di tutto il disagio che provano, capirlo, analizzarlo, ma non essere frettolosi”.

I numeri dicevamo. In molti casi ci sono stati dietrofront che hanno alimentato la sofferenza e il disagio. “Questo è uno dei motivi per cui bisogna essere cauti. I numeri affermano che non tutti hanno una reale necessità di intraprendere il percorso. Non è una questione fisica, bisogna dare precedenza all’aspetto psicologico che determina le sofferenze. Proprio per questo – prosegue il dottor Gandolfini a Notizie.com – affrontare il tema in maniera indiscriminata permettendo qualsiasi tipo di trattamento o percorso senza analizzare correttamente tutto, può generare gravi problemi. Non è corretto inoltre farne una battaglia ideologica. In alcuni paesi hanno consentito senza corrette analisi di intraprendere percorsi e in poco tempo hanno fatto marcia indietro valutando le posizioni di chi soffriva anche dopo aver completato il proprio percorso. Tocca ai medici capire le vere esigenze. Lo dico perché è corretto aiutare quei pochi che davvero ne hanno bisogno, e lo sottolineo perché servirebbe davvero una strada comune, non continue leggi che aprono ad interventi indiscriminati salvo poi fare passi indietro dopo aver riscontrato problemi pesanti”. 

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