Draghi e la provocazione sul condizionatore che spaventa gli italiani

Il Premier alimenta le preoccupazioni di chi teme che alla lunga l’Italia sia destinata a pagare un prezzo alto per le sanzioni a Mosca

“Volete la pace o i condizionatori?”. La provocazione del Premier Draghi sta facendo discutere gli italiani. Dallo scoppio del conflitto in Ucraina, l’Italia è stata in prima linea con tutti i paesi europei sul fronte sanzioni. E di fronte alla possibilità di inasprirle, non si è tirata indietro. Chiaramente, il pugno duro nei confronti di Mosca, comporterà problemi sul fronte interno, con il rischio di ulteriori rincari energetici. Ed eventuali problemi di scorte e di sovrapprezzo sulle bollette”.

Mario Draghi
Mario Draghi sullo stop al gas russo aspetta l’Unione Europea © Ansa

L’Italia è in grado di superare le ripercussioni economiche legate alle sanzioni? Può permettersi il lusso di continuare a usare la fermezza nei confronti di Mosca? A sentire l’ultimatum di Draghi, qualche dubbio sorge: “Preferiamo la pace o il termosifone, anzi il condizionatore acceso?”, ha chiesto il Premier ieri, alimentando i dubbi di chi pensa che alla lunga sia proprio il nostro Paese a subire i danni più ingenti (dopo la Russia) derivati dalle sanzioni. “C’è l’intenzione di dare una risposta comune, ci sono posizioni diverse, ci sarà una proposta della commissione sul prezzo dell’energia, non so se ci sarà una proposta sul gas e non so se verrà accettata perché ci sono posizioni diverse tra noi, la Germania e l’Olanda. Probabilmente il consiglio europeo di maggio sarà la conclusione. Però non possiamo aspettare solo l’Europa, la mia intenzione è di prendere anche provvedimenti a livello nazionale”, incalza Draghi.

Il Premier rilancia il price cap europeo come unica soluzione “ragionevole” per imporre un prezzo massimo che non sia “stravagante” come quello attuale. Ma l’idea del governo va oltre il gas ed è un ‘recovery plan’ per la guerra: “Siamo tutti al lavoro per costruire una risposta comune a uno shock che è comune come lo è stato per la pandemia -ricorda il premier – Bisogna ripetere quella esperienza di straordinaria unità nazionale che ha ispirato la nostra azione di governo durante quel periodo“. E sul possibile embargo del gas russonon è un’ipotesi al momento oggetto di discussione ma la situazione va modificandosi sotto i nostri occhi – ammette Draghi – quanto più diventa orrenda questa guerra tanto più la coalizione di alleati si chiede, in assenza di una partecipazione diretta alla guerra, cosa può fare per indebolire la Russia e consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo in una condizione non serva”. Perché alla fine la domanda è una: “Preferiamo la pace o il termosifone, anzi il condizionatore acceso? Noi siamo con l’Unione europea, se ci propone l’embargo sul gas, siamo contenti di seguire. Vogliamo lo strumento più adeguato per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace”.

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