Def, cresce la tensione nel governo: il ministro Franco cerca la quadra

Sono ore di agitazione quelle che precedono il Consiglio dei ministri in cui si dovrebbe dare il via libera al Documento di economia e Finanza. I problemi non sono però di carattere economico, ma politico. 

daniele franco
Il ministro Daniele Franco (Ansa)

Con un giorno di anticipo è arrivato il mini-correttivo dell’Istat sui conti del 2021. Questo però conferma in pieno le attese. Il taglio effettuato è di 5,79 miliardi, pari allo 0,3 per cento, con la crescita del Pil nominale che scende in questo modo dal 7,5 al 7,2 per cento. Il tutto, però, non basta per la buona riuscita del Def.

Si parla infatti di un arrivo in Consiglio dei ministri non prima di giovedì, con relativo annullamento dell’ipotesi che si era precedentemente ventilata, quella di un anticipo rispetto alla scadenza di domenica prossima, il 10 aprile. Le questioni su cui ancora ci sono infatti nodi sono non contabili, ma di ordine politiche. 

L’incontro di Franco e Draghi con Giorgetti, e l’ira di Conte

Ad esempio, legate a quanti spazi in termini di fiscalità si possono liberare per le nuove misure anticrisi una volta varato il nuovo decreto energia. Dalle indiscrezione che trapelano finora, si parla inizialmente di 3 o 4 miliardi da impiegare per contrastare la crisi che sta colpendo l’economia italiana. 

Resta tuttavia un tema che rischia di creare notevoli tensioni nella maggioranza e tra le imprese, che già lo scorso fine settimana hanno lanciato un monito a dir poco allarmato sul rischio di una recessione per il 2023, a seguito della crisi innescata dal conflitto ucraino. 

Insomma, quel che resta è la ricerca di un assetto finale, che il ministro Franco, di ritorno dal Lussemburgo, proverà a sottoporre al premier Draghi prima del Consiglio dei ministri, durante il Consiglio Atlantico. Nel mentre, però, l’allarme tra i partiti rimane alta, e l’incontro del ministro e del premier con Giorgetti, ministro dello sviluppo economico, che è avvenuto ieri mattina non è servito a placare gli animi. 

La stessa agitazione si riscontra tra i 5 stelle, con la voce del ministro dell’agricoltura Patuanelli a rappresentarlo. Ma la vera mano dietro l’agitazione grillina è quella dell’ex premier Conte, che già ha rilasciato alla Stampa un’intervista al vetriolo. “Se le oltre 100 pagine del Def arrivano sul mio tavolo un’ora prima del consiglio dei ministri è un problema pretendere poi che non si dicano le cose che non vanno”.

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