Enrico Borghi, esponente del Pd, ai microfoni di Libero: “Dobbiamo allargare l’alleanza in vista delle prossime elezioni politiche. Conte? Sto alle sue parole. Ha detto che vuole confermare la fiducia a questo Governo fino alla fine della legislatura”.
Lunga intervista sulle pagine di Libero per Enrico Borghi, esponente di spicco del Partito Democratico. Al centro di questo lungo colloquio con Elisa Calessi naturalmente la possibile spaccatura tra il Pd e M5s.
“Io sono convinto che non ci sarà nessuna divisione – ha garantito il membro della segreteria del Nazareno – le alleanze possono funzionare se sono costruite sulla convinzione e così abbiamo fatto in passato a Bologna e Napoli. Ora dobbiamo continuare su questa strada“.
Borghi si è soffermato anche sulla differenza tra Di Maio e Conte: “Il primo ha seguito un atteggiamento più coerente rispetto alla politica della Nato. Alla fine sulle spese militari, al di là dei toni utilizzati, il M5s ha confermato la linea del Governo. E chi, come Petrocelli, ha espresso parere contrario, è stato espulso. Conte? Io sto alle sue parole. Lui ha detto che intende confermare la fiducia al governo fino alla fine della legislatura. Poi in politica è fondamentale il gioco di squadra. Se si collabora, allora si vince. Altrimenti, se si nasconde la palla al compagno, si perde“.
Borghi sulla missione russa in Italia
In questa intervista Borghi si è soffermato anche sulla missione russa in Italia nel 2020 visto che è un componente del Copasir: “In quei periodi c’erano attacchi hacker anche russi nei nostri confronti. Si stava verificando una campagna di disinformazione che vedeva protagonisti i russi e una vicenda di spionaggio con il fermo di un militare italiano e l’espulsione di due nostri diplomatici“.
“Questa è la cornice nel quale si svolse la spedizione che vide la presenza anche di agenti dei servizi segreti di Mosca – ha aggiunto l’esponente del Partito Democratico – se la missione non ebbe ripercussioni sulla sicurezza del nostro Paese è merito anche di chi, come il ministro Guerini, lo impedì“.