Riforma del catasto: l’allarme di Confedilizia

La riforma del catasto continua a far discutere nel Governo. E l’ultimo allarme su questo provvedimento viene lanciato direttamente da Confedilizia.

La riforma del catasto continua a far discutere all’interno della maggioranza. Il premier Draghi, interpellato più volte dai leader dei partiti che sostengono questo esecutivo e dai giornalisti, ha sempre confermato che non ci sarà un aumento delle tasse, ma il quadro sembra essere diverso da quello che dice il presidente del Consiglio.

Riforma catasto
L’allarme di Confedilizia sulla riforma del catasto © Ansa

L’Imu al momento colpisce solamente le prime case di lusso – ha spiegato Confedilizia in un post sui social riportato da Il Tempo – con i nuovi inquadramenti, le modalità di individuazione delle abitazioni considerati di lusso potrebbero portare a risultati diversi e, di conseguenza, ad un numero maggiore di unità immobiliari“.

Difficile in questo momento fare una stima di quello che potrebbe essere l’aumento visto che bisogna aspettare i nuovi criteri.

Confedilizia: “Ecco i due lati attraverso i quali le famiglie saranno colpite”

Giorgio Spaziani
Confedilizia illustra nei dettagli i rischi per le tasche degli italiani con la riforma del catasto © Ansa

Confedilizia in questo post è entrato anche nei dettagli del provvedimento illustrando i due lati attraverso i quali gli italiani saranno colpiti. Il primo riguarda il fatto che dal valore catastale degli immobili di proprietà, inclusa anche la prima abitazione, si determina l’Isee, l’indicatore che regola l’accesso ad alcuni servizi e prestazioni social.

Inoltre, con la nuova riforma sui dati castali si basano i tributi sulle compravendite come, per esempio, l’imposta del registro. Questo significa che maggiore è il valore catastale della casa, più alta è l’imposta da pagare al momento dell’acquisto di qualsiasi immobile. Insomma, due punti che rischiano di pesare molto sulle tasche degli italiani.

Proprio per questo motivo è iniziato una vera battaglia all’interno della maggioranza. Il Centrodestra continua a dire di no a questa riforma e la posizione sembra essere condivisa (in parte) anche dal M5s. Vedremo se Draghi, come ipotizzato in altre occasioni, deciderà di andare avanti per la sua strada oppure alla fine dovrà fare un passo indietro per non mettere a serio rischio il futuro di questo esecutivo.

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