Hai la pensione accreditata in banca? C’è una brutta sorpresa per te

Tanti gli aumenti decisi dagli istituti di credito nell’ultimo periodo: milioni di italiani toccati. Tra questi anche i pensionati

Prima la pandemia, che ha distrutto i risparmi e il portafoglio degli italiani. Poi i rincari di gas e luce, ora la guerra in Ucraina. I problemi e le difficoltà economiche per gli italiani sembrano non finire mai. E si abbattono sulla quasi totalità dei cittadini. Fino ad oggi ad essere toccati maggiormente erano stati i lavoratori autonomi e dipendenti: i primi costretti a muoversi tra licenziamenti, riduzione degli orari e degli stipendi e con molte aziende che chiudevano o riducevano drasticamente la loro operatività; i secondi obbligati a smart working o alla cassa integrazione.

Da adesso a rischiare grosso c’è un’altra categoria: i pensionati. Soprattutto quelli che percepiscono la pensione attraverso l’accredito in banca. Negli ultimi mesi infatti è stata riscontrata la tendenza a ritoccare al rialzo le spese per i conti correnti. Una brutta sorpresa per molti correntisti e per i pensionati. Un esempio è Mediobanca, che per controbilanciare l’aumento del prezzo dei tassi di interesse negativo applicati dalla Banca Centrale Europea ha quasi raddoppiato i costi del conto corrente. Gli aumenti si sono riscontrati soprattutto  sui conti online, circa il 13%, mentre allo sportello i rincari si sono fermati al 5% per moltissimi pensionati. Anche le famiglie non sono esenti dai rincari. In questo caso i costi sono aumentati del 12% per i conti online e del 4% allo sportello. L’ondata ha però risparmiato i giovani, che hanno, anzi, visto i costi dei conti allo sportello scendere di circa il 5%.

Ma gli esempi di rincari si trovano ovunque: Unicredit ha alzato i costi di circa il 33% del conto My Genius. Anche Wadiba ha deciso di effettuare rincari, così come Fineco, che ha minacciato di esercitare il diritto di rescissione del rapporto in presenza di una giacenza di 100.000 euro e in assenza di investimenti o finanziamenti. Altro esempio di rialzo è dato dai conti online gratuiti che, nell’ultimo periodo, sono diventati a pagamento: su tutti N26 e Conto Webank.

Esistono poi nuove voci di spesa. Il passaggio dei pagamenti della Pubblica Amministrazione alla piattaforma PagoPa, ad esempio, ha introdotto costi fino a febbraio 2021 inesistenti: per ogni operazione richiesta per il pagamento di tasse, multe, utenze, rette e bolli si paga in media 1,56 euro. Ai contribuenti è stata inserita poi anche la commissione dirette applicate alle ricariche di pagamento come, ad esempio, Satispay. Secondo lo studio di Altroconsumo si va dagli 0,4 euro di Poste italiane ai 2 euro di Bper.

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