Ucraina, Usa e Cina tentano il dialogo. Ma siamo a un passo dal precipizio

Lunedì 14 marzo il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Jack Sullivan e l’omonimo hanno provato a mediare.

In questi giorni si decide il destino dell’Ucraina. E’ un attacco alla nostra liberta’, alla
nostra democrazia, alla nostra indipendenza”. A dirlo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in collegamento video con il Congresso americano. Tra scambi di elogi tra Biden e il corrispettivo ucraino, è sembrato intravedersi qualche spiraglio di accordo nel corso della giornata di oggi.

Per la prima volta, infatti, sembra esserci all’orizzonte un piano di pace in 15 punti, che include il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe, se l’Ucraina dichiara la neutralità e accetta limiti alle forze armate. Sarebbe questo il contenuto della bozza di accordo sulla quale i negoziatori russi e ucraini stanno discutendo, secondo quanto riportato dal Financial Times.

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Intanto, il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, ha ribadito al suo omologo russo la “chiara e ferma opposizione degli Stati Uniti all’ingiustificata invasione dell’Ucraina”. Parlando con il generale Nikolay Patrushev, Sullivan ha riferito l’impegno degli Usa a “imporre costi alla Russia, a sostenere la difesa della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e a rafforzare il confine orientale della Nato con gli alleati e i partner”. E, a proposito di Sullivan, lunedì 14 marzo, l’ incontro con il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi ha aperto a nuove riflessioni sul ruolo di due importanti stati.

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Il ruolo della Cina 

A riflettere è stato anche Daniele Capezzone, su La Verità, che ha titolato “Siamo ad un passo dal precipizio, bisogna agire ora”. Insomma, non c’è più tempo di mediazioni. Lunedì 14 marzo il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Jack Sullivan e l’omonimo hanno provato a mediare. 8 ore di mediazione, un lungo colloquio a porte chiuse, conclusasi senza un nullo di fatto. “Lo scopo dell’incontro di oggi era esprimere in modo molto chiaro a Pechino le nostre preoccupazioni rispetto a un suo coinvolgimento nella guerra e ribadire a Pechino “che qualsiasi tipo di supporto a Mosca – militare o economico – comporterà delle implicazioni”, ha dichiarato Price riferendo quanto avrebbe detto Sullivan al suo interlocutore. Insomma, obiettivo era tenere a bada la Cina, di cui si teme da un momento all’altro un allineamento alla Russia. Pechino, dal canto suo, si è detta preoccupata e addolorata per la situazione in Ucraina

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