“Depresso e maniaco”, la malattia di Putin dietro l’attacco in Ucraina

Fonti di intelligence hanno affermato che Putin potrebbe essere affetto da demenza, morbo di Parkinson o rabbia da steroidi 

Muove il braccio sinistro di continuo. Il suo viso è gonfio. Appare meno davanti agli schermi, soprattutto in questi giorni. E’ pallido e appare meno rigido. Per questi e molti altri motivi, c’è chi sostiene che Vladimir Putin, il presidente sanguinario che ha scatenato un conflitto distruttivo, non sia nel pieno delle sue facoltà mentali.

L’ipotesi legata alla malattia del presidente della Russia è stata lanciata dal “Daily Mail”. Secondo la nota testata, Vladimir Putin soffrirebbe di un disturbo cerebrale causato dalla demenza, dal morbo di Parkinson o dalla rabbia da steroidi usati per curare il cancro. Il Daily riporta a prova della sua tesi fonti vicine al Cremlino, figure di alto livello nell’alleanza di intelligence Five Eyes – che comprende l’Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti. La comunità dei servizi segreti, infatti, ha evidenziato il comportamento sempre più imprevedibile del 69enne, uomo tutto d’un pezzo che, nelle ultime riprese, è apparso diverso dal solito.

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A far discutere anche l’assurda distanza che Putin insiste a mantenere dai visitatori del Cremlino, forse per timore di contrarre il Covid o altre malattie che possano aggravare la sua situazione. “C’è stato un cambiamento identificabile nel suo processo decisionale negli ultimi cinque anni o giù di lì. Quelli intorno a lui vedono un cambiamento marcato nella capacità e nella chiarezza di ciò che dice e di come percepisce il mondo che lo circonda”, scrive il Daily.

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Cosa si nasconde dietro la salute di Putin

Se così fosse, ci sarebbe “una spiegazione fisiologica” per la decisione del presidente russo di invadere l’Ucraina. “Negli ultimi cinque anni c’è stato un deciso cambiamento nel suo processo decisionale. Chi è vicino a lui ha notato anche una minor chiarezza nel parlare e nel capire il mondo che lo circonda”, avrebbero sostenuto le fonti di intelligence con il quotidiano britannico. Ma già nel novembre 2020 il politologo Valery Solovei, ex professore dell’Istituto di Relazioni Internazionali di Mosca, aveva detto che lo Zar soffriva per il morbo di Parkinson.

Nei giorni scorsi, lo scrittore Sandro Modeo sul Corriere della Sera aveva parlato di possibili problemi alla colonna vertebrale, dovuti a pregressi traumi sportivi oppure a una neoplasia al midollo spinale che prevede il trattamento elettivo nei corticosteroidi che possono indurre, specie a quantità elevata e periodi prolungati, “alterazioni dell’umore a vasto spettro, secondo reazioni soggettive, dal down depressivo all’esaltazione maniacale”. Secondo il Guardian, le ipotesi vanno dal Parkinson, ad un inizio di demenza senile, all’uso di steroidi legati ad un’altra patologia.

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