Guerra e pandemia: il sondaggio fra i giovani crea allarme

Un sondaggio dell’associazione Di.Te, in collaborazione con Skuola.net, fa emergere un quadro di gravi difficoltà fra i giovani, condizionati da guerra e pandemia. Ecco le iniziative che potrebbero alleggerire un carico emotivo ora molto preoccupante.

“A casa non va tutto bene”. Con questo messaggio, l’associazione Di.Te, attiva nella lotta a cyberbullismo, dipendenze tecnologiche e GAP, in collaborazione con Skuola.net, ha svolto una indagine fra i giovani in età fra i 9 e i 19 anni. 

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Guerra e pandemia, il sondaggio sullo stato di salute dei giovani desta preoccupazione – Ansa Foto –

Nelle indicazioni fornite da un campione di circa 5mila giovani intervistati, emerge un quadro che il dottor Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Di.Te, svela in tutte le criticità e le problematiche. “Due anni fra pandemia, Dad, paura dei contagi e incertezze sul futuro dei propri cari – osserva – stanno pesando e non poco sulla salute dei ragazzi. Se a questo quadro si aggiungono le notizie relative al conflitto fra Russia e Ucraina la situazione diventa ancora più delicata. Noi adulti siamo provati, ma i giovani lo sono ancora di più, e dobbiamo agire per evitare che il quadro possa peggiorare”. 

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Nei dati raccolti infatti, un ragazzo su tre esprime come sentimento predominante in questo periodo la rabbia. Per il 15% di loro è quasi irrefrenabile e incontrollabile, e il motivo è chiaro. Per molti di loro pandemia, Dad, conflitti e paure non hanno permesso di vivere appieno gli ultimi anni. “Il vero tema – afferma il dottor Lavenia – è come stanno utilizzando questa emozione”.

Guerra e pandemia, giovani in difficoltà: crescono ansia e depressione

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Il sondaggio svela i numeri dell’emergenza (AnsaFoto)

“Ansia e depressione stanno aumentando – afferma il dottor Lavenia – e i giovani ormai non fanno neanche più domande agli adulti. Credono di avere le risposte corrette su uno smartphone e si innesca un circolo vizioso che può avere effetti devastanti. Lo spiega meglio. “Se si è depressi immaginare un domani è complesso. Se tutti intorno sono preoccupati, e con ciò che accade è comprensibile, alimentare la speranza diventa difficile”. 

In crescita anche i casi di autolesionismo. “Uno su 6 afferma che ha provato a farsi male – afferma il dottor Lavenia -, con picchi elevati in età attorno ai 16 anni. Alcuni addirittura pensano che sia bello farsi male. Significa che per alcuni il dolore è così forte e insopportabile da passarlo sulla pelle per alleggerire il carico emotivo”. Fortunatamente i giovani non nascondono di aver bisogno di supporto.

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Secondo i dati circa il 60% dei ragazzi che ammettono di risentire di problemi in un periodo molto delicato, andrebbero dallo psicologo se potessero permetterselo. Fra i 17 e i 19 anni la percentuale arriva fino al 70%. “Su questo terreno – afferma il il direttore di Skuola.net Grassucci si può fare molto di più. Bisognerebbe dotare le scuole di uno sportello di ascolto come si sta già provando a fare o potenziare la figura dello psicologo di istituto”. Come ricorda il professor Lavenia “La salute mentale dei ragazzi e degli adulti ha bisogno di essere presa in cura, in fretta e da professionisti”. L’ultimo sondaggio infatti svela dati che non possono essere assolutamente sottovalutati.

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