Guerra Ucraina, rivale Djokovic torna in patria: gesto del serbo commuove

Guerra in Ucraina, il rivale (anche se in questo caso amico) e collega di Novak Djokovic, Sergiy Stakhovsky ha deciso di ritornare in patria per dare una mano al suo paese e di combattere contro i russi. Il gesto di solidarietà del serbo sta emozionando tutti

Djokovic vuole aiutare il collega Stakhovsky
Novak Djokovic e Sergiy Stakhovsky (Ansa Foto)

Sul campo sono stati rivali, ma fuori hanno stretto una forte amicizia. Stiamo parlando delle due persone che vedete in foto: Novak Djokovic e Sergiy Stakhovsky. Quest’ultimo, ucraino, ha deciso di mettere da parte la racchetta e di impugnare un kalashnikov per proteggere ed aiutare il suo paese che sta combattendo una guerra contro i russi. Un episodio che ha colpito in maniera molto particolare il serbo che ha subito mandato un messaggio al suo collega per mettersi a disposizione e aiutarlo in qualsiasi modo.

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Lo screenshot della loro conversazione è stato pubblicato dall’ucraino sul suo profilo ufficiale Instagram. Questo il messaggio del nativo di Belgrado: “Sto pensando a te. Spero che tutto si calmi presto. Dimmi dove posso mandarti un aiuto, un aiuto finanziario o qualsiasi altra cosa“. Un gesto di solidarietà da parte del campione che è stato reso virale dal suo collega ed amico che ha apprezzato molto.

Guerra Ucraina, scambio di messaggi tra Djokovic e Stakhovsky

Sergiy Stakhovsky si arruola per aiutare la sua Ucraina
Sergiy Stakhovsky (Ansa Foto)

La risposta di Stakhovsky c’è stata: “Nole grazie mille, sì sono sul campo, Kiev è piuttosto silenziosa“. Non è il primo atleta che decide di arruolarsi per aiutare il suo paese colpito dai militari russi. La sua decisione aveva fatto il giro del mondo pochi giorni fa. Dopo una sconfitta agli Aus Open ha deciso di ritirarsi agli inizi del 2022. Quando è scoppiata la guerra si trovava a Dubai insieme alla sua famiglia.

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Non ci ha pensato su due volte e ha deciso di partire. Prima, però, ha voluto mettere la famiglia al sicuro portandola in Ungheria. Queste sono state le sue parole prima di arruolarsi: “Non sono un soldato, mai impugnato una pistola e sparato a nessuno. Se devo lo farò. Certo che ho paura, solo gli idioti non provano paura in queste circostanze“.

 

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