Il docente, esperto di geopolitica: “L’Occidente ha cercato di avanzare i confini della Nato ad oriente. Dovevano attendersi una risposta di Putin”
L’avanzata delle truppe russe in territorio ucraino continua ad ampie falcate. La guerra in Ucraina sta tenendo con il fiato sospeso milioni di persone in tutto il mondo. Ma cosa c’è dietro l’attacco di Putin? Quali sono i reali obiettivi? E soprattutto, come andrà a finire. Notizie.com ha provato a chiederlo a Franco Cardini, docente universitario, storico ed esperto di geopolitica.
Professor Cardini, come sta seguendo gli eventi e cosa pensa possa accadere?
Perchè non si è fatto nulla per evitare l’avanzata delle truppe russe?
“Esiste una diplomazia internazionale? Che lavorasse ora. Si cominciasse col parlare con Putin, chiedendo il cessate il fuoco in cambio della limitazione delle sanzioni e di una revisione del patto tra l’Ucraina e la Nato. Che tutti facciano un passo avanti. Come ha detto il Papa. Evitiamo di ammazzare la gente, poi si ragiona. Ma la verità è che non hanno provato a fare nulla. L’occidente ha parlato solo di sanzioni, della possibilità di ridurre alla fame la Russia, ma poi la supplichiamo di non chiudere i rubinetti del gas. E’ demenziale”.
Come nasce l’attacco della Russia? Cosa ha spinto Putin ad intervenire militarmente e ad occupare Kiev?
E ora, cosa succederà?
“Ho sentito il presidente Usa dire che Putin vorrebbe rifare nuovamente l’Urss. Mi viene da ridere. E la cosa più bella è che qualcuno sia anche andato dietro a Biden. La verità, purtroppo, è che Zalensky si è reso conto che la protezione che l’Occidente gli aveva garantito era falsa. E infatti sta parlando di un’Ucraina lasciata sola. Ripeto, non c’è stata nessuna opera di mediazione. Agli Stati Uniti interessava che l’Ucraina entrasse nella Nato per allargare la propria linea di fuoco. Nell’ottica di una difesa preventiva che era stata già preventivata da Bush. Ma come si poteva pensare che Putin accettasse questa trappola? Ora spero solo che tutti rinsaviscano. Chiedano in extremis a Putin di fermare la macchina e di riconsiderare tutta la questione a cominciare dai trattati di Minsk del 15, che sono stati disattesi dal Governo Zalensky. Ma ora basta trovare i colpevoli: che entrino in campo le diplomazie. Che si limiti da una parte la pressione della Nato e dall’altro gli attacchi militari. Ma che si faccia davvero, senza proclami inutili”.