I conti nella Chiesa tedesca e le richieste che puntano a stravolgere Roma

Profondo rosso per la Chiesa tedesca. Dopo il Report sugli abusi e gli attacchi gratuiti a Benedetto XVI, i numeri parlano di una realtà in crisi, tra scandali e un sistema di tassazione obbligatoria unico al mondo. 

cardinale Reinhard Marx
Il cardinale Reinhard Marx (Ansa)

La situazione la si conosceva da tempo, eppure le vicende delle ultime settimane hanno posto nuovamente i riflettori sul caso della Chiesa cattolica in Germania, una delle più potenti e progressiste al mondo, tanto da continuare a ventilare ormai da anni uno scisma con Roma, aggredendo il Papato in una forma unica nella storia. Ma continuando ad assicurare che senza Roma non si prenderanno decisioni, ad esempio su celibato sacerdotale e ordinazione femminile. Chissà per quanto.

Dopo il Report sugli abusi del clero dal dopoguerra ad oggi, commissionato dagli stessi vescovi tedeschi, la Chiesa in Germania prova a rifarsi un’immagine pubblica accogliendo le “richieste” dei suoi fedeli, o meglio dei suoi dipendenti, tra cui i 125 che nelle scorse settimane sono apparsi in un documentario trasmesso sull’emittente pubblica nazionale per chiedere un cambio del regolamento nei confronti delle persone omosessuali dipendenti delle strutture ecclesiastiche tedesche.

Le stravaganti richieste della Chiesa tedesca a Roma

Lo ha fatto lanciando addirittura nel 2019 un Sinodo “auto-cefalo”, autonomo rispetto a quello indetto dalla Santa Sede per le Chiesa di tutti i Paesi del mondo. I numeri però spiegano meglio quello che c’è dietro, vale a dire un’emorragia di fedeli che prosegue da anni ancora più che negli altri Paesi, complice anche la tassazione obbligatoria imposta a tutti i fedeli tedeschi e che corrisponde a circa l’8/9 per cento delle entrate annue, in base al reddito.

I documenti presentati da questo particolare sinodo tedesco, che si sarebbe dovuto chiudere lo scorso anno ma che proseguirà fino al 2023 a causa della pandemia, parlano di benedizione delle coppie omosessuali, di celibato sacerdotale (“approvato” con l’86 per cento dei consensi dei partecipanti al sinodo) e ordinazione non solo delle diaconesse, ma persino di preti donne.

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Temi insomma secolari e molto scottanti che con atteggiamento da alcuni giudicato di protervia i vescovi tedeschi vorrebbero introdurre con un tratto di penna, trasformando la Chiesa cattolica in protestante e sperando in un domani migliore per le casse di quella che molti descrivono come la prima azienda tedesca. Come se i protestanti se la passassero meglio, cosa che non corrisponde affatto alla realtà.

Il terzo documento, che la Chiesa tedesca invierà in Vaticano, è ancora più importante e si inserisce a piene mani nella Riforma della Curia avviata da Papa Francesco con la composizione del C9, un ristretto gruppo di nove cardinali che si deve occupare della riscrittura della Costituzione apostolica. Si tratta di un testo che punta a una gestione “più democratica” del potere all’interno della Chiesa universale, un po’ come accade in questo caso nella Chiesa ortodossa con il Patriarca di Costantinopoli Primus inter pares.

cardinale Reinhard Marx
Il cardinale Reinhard Marx (Ansa)

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C’è tuttavia un aspetto su cui i vescovi stranamente non sono risultati così unanimemente d’accordo, ed è quello della tassazione sul culto. O più prosaicamente, i soldi. Ovverosia la principale ragione per cui un numero crescente di cittadini tedeschi decide di cancellare la propria appartenenza a un gruppo religioso, così da non dovere più versare quella parte del proprio stipendio, facendo registrare nel 2020 una contrazione delle entrate nelle case ecclesiastiche tedesche di circa il 20 per cento.

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