I club di Serie A scrivono alla Vezzali: “Pretese di Gravina contro il diritto”

I club di Serie A compatti scrivono a Malagò e Vezzali: nel mirino la riforma voluta da Gravina. Clima teso.

Una lettera firmata da 20 club. Un segnale di unità che arriva diretto e deciso sul tavolo del presidente del Coni Giovanni Malagò e della sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali.

Gabriele Gravina club serie a vezzali
Gabriele Gravina (Getty Images)

Nel mirino della Serie A c’è la riforma voluta da Gabriele Gravina su governance e statuto della Lega. In sostanza le società ribadiscono che la pretesa della Figc non sia conforme al diritto, e che la Lega stessa, in quanto associazione privata, non può incassare limitazioni in merito al proprio operato, se non in presenza di motivi di interesse pubblico.

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Lo svela l’Ansa, e i contenuti firmati e inviati ai massimi vertici dello sport nazionale, rischiano di creare tensione fra i 20 club di A e Gravina. Alcuni aspetti della riforma non sarebbero infatti graditi o comunque non imponibili ai presidenti, che alzano la testa e fanno sentire la propria voce.

La Seria A contro Gravina: ecco il contenuto della lettera

Malagò, Coni
Giovanni Malagò, presidente del Coni (Getty Images)

I 20 club di Serie A firmatari della lettera sostengono che lo scorso 25 novembre “la Figc ha adottato alcuni principi informatori contenenti regole anche organizzative alle quale pretende che la Lega scrivente conformi il proprio statuto”. Questa sarebbe la chiave dei dissidi. Ansa la svela tracciando alcuni passaggi espressi dalle società nel messaggio ai vertici dello sport.

In sostanza si chiede di non conferire alla Federazione il potere di interferire nello statuto della Lega, determinata a non accettare alcuni aspetti contenuti nella riforma. Su tutti “la Figc non può interferire nelle scelte che si attengono alla vita dell’associazione, come ad esempio imponendo determinati quorum costitutivi e deliberativi, tanto più con riferimento alla ripartizione dei proventi economici dell’associazione e delle sue associate”.

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Si chiede pertanto a Malagò e Vezzali di limitare la Figc nelle attività associative della Lega. “Una pretesa non conforme al diritto”, si legge ancora. Sia per “la mancanza dell’indispensabile norma primaria che attribuisca un simile potere normativo alla Federazione”, che per la “natura stessa della Lega, associazione di diritto privato, non riconosciuta, e quindi nel diritto di autodeterminarsi”. 

Per tali motivi, tutte le società di Serie A richiedono che le scelte possano essere assunte in maniera autonoma senza imposizioni o condizionamenti, “auspicando che il tema possa essere affrontato in tempi strettissimi e nelle corrette modalità”. Attesa quindi la risposta del Coni e della sottosegretaria allo sport, ma anche probabilmente di Gravina. La situazione è calda. I presidenti chiedono autonomia, il governo del calcio è invece deciso a mettere mano su aspetti organizzativi senza incontrare aperture da parte dei club.

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