Monoclonali: il migliore contro Omicron è prodotto a Parma. Ma va negli Usa”

Si tratta del Sotrovimab. Gli Usa ne hanno ordinato 500.000 dosi. In Italia, secondo i dati Aifa, ne sono stati utilizzati 1542

Un pasticcio all’italiana. Nel nostro paese produciamo i monoclonali utili a sconfiggere Omicron, ma li utilizziamo in minima parte. Mentre gli Usa, che hanno anticipato tutti nell’approvvigionamento, sfruttano il lavoro dei nostri esperti. Il caso è paradossale. Se non clamoroso. Sotrovimab è l’ultimo dei quattro farmaci con proteine di sintesi autorizzati in emergenza in Italia contro il Covid, il solo ad aver dimostrato efficacia contro la variante Omicron ed è prodotto in Italia, in uno stabilimento di Parma.

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Omicron, i monoclonali più efficaci sono prodotti in Italia(Getty Images)

Il farmaco, secondo i dati, ridurrebbe dell’85% il rischio di ospedalizzazione o morte, ma è quasi introvabile nel nostro Paese. Mentre altre nazioni hanno accelerato la richiesta,  portando a casa diverse scorte, noi (nonostante giocassimo in casa questa specie di gara di sopravvivenza) siamo maledettamente indietro. Il Ministero ne avrebbe acquistato solo 2000 dosi a dicembre. “Siamo allo shortage nazionale”, dichiarano i responsabili farmaceutici delle regioni. Lunedì dovrebbero arrivarne altre 5mila, ma restano poche e sugli ordinativi futuri l’Italia sconta il suo ritardo nella corsa globale agli accaparramenti. Gli Stati uniti ne hanno ordinate oltre 500mila dosi.

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L’Italia produce il farmaco ma non lo utilizza. O meglio, lo sfrutta in minima parte: “I pochi che ci sono arrivati, in tutto 12, li abbiamo esauriti tutti, mi risulta che non ce ne sia uno in tutto il Piemonte, speriamo davvero arrivino lunedì”, fa sapere il responsabile del sevizio farmaceutico dell’Ospedale Maggiore di Novara al Fatto Quotidiano. Ma come sono stati utilizzati i farmaci monoclonali nel nostro Paese? Leggendo il 41/mo Report settimanale dell’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) sugli anticorpi monoclonali per il Covid-19, è possibile capirlo: sono stati 35.948, da marzo 2021 ad oggi, in Italia, i pazienti con Covid-19 iscritti nei registri di monitoraggio degli anticorpi monoclonali, farmaci indicati per pazienti con malattia lieve o moderata, che sono ad alto rischio di progressione severa.

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Come è facilmente intuibile, leggendo il report dell’Aifa, il farmaco Sotromivab, è uno dei meno utilizzati in Italia. La maggior parte dei pazienti (16.892) ha ricevuto la combinazione di casirivimab-imdevimab, seguita dal mix bamlanivimab-etesevimab (16.691), sotrovimab (1.542) e bamlanivimab (823, non più disponibile in monoterapia da maggio 2021). 1542 dosi, sulle 2000 a disposizione. Un numero troppo basso, alla luce degli effetti positivi che i farmaco ha mostrato.

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