Riforma pensioni, riapre il cantiere: obiettivo flessibilità

Al via il confronto tra Governo e sindacati per individuare soluzioni condivise sulla riforma delle pensioni.

 

Quota 102, la soluzione adottata per rispondere alla fine di Quota 100, è temporanea e durerà ben poco. La riforma delle pensioni è una tematica ancora tutta da affrontare. Per questo, si è aperto ieri il cantiere sulla riforma delle pensioni tra governo, Cgil Cisl e Uil.

Al tavolo, convocato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, anche il ministro dell’Economia, Daniele Franco; Marco Leonardi per palazzo Chigi; i leader sindacali, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Il confronto tra Governo e Sindacati sul tema pensioni è iniziato con un confronto, ieri, che “fa ben sperare su una collaborazione”, ha detto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl a Radio Anch’io, su Radio 1 Rai.

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Le richieste dei sindacati

Chiara la richiesta di Cgil, Cisl e Uil: flessibilità in uscita già a partire dai 62 anni d’età. Ma la richiesta deve concordare con la necessità di mantenere sotto controllo la spesa pensionistica. L’obiettivo è giungere a soluzioni condivise a partire dal 1° gennaio 2023, quando sarà ormai esaurita l’esperienza di Quota 102. I sindacati insistono quindi su maggiore flessibilità in uscita e senza penalizzazioni, a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi. Inoltre, la modifica dell’attuale meccanismo automatico di adeguamento delle condizioni pensionistiche alla speranza di vita; il sostegno alle categorie più deboli, disoccupati, invalidi, caregiver, lavori gravosi e usuranti.

I sindacati chiedono anche il riconoscimento del lavoro di cura effettuato dalle donne con la possibilità di anticipare il pensionamento di 12 mesi per ogni figlio; la valorizzazione del lavoro svolto con persone disabili o non-autosufficienti in ambito familiare; la tutela previdenziale dei giovani dal lavoro spesso precari ma alle prese con un meccanismo di calcolo dell’assegno previdenziale esclusivamente contributivo per i quali studiare la possibilità di una pensione di garanzia; l’estensione della previdenza complementare. Tre i tavoli specifici attorno ai quali ruoterà la discussione: flessibilità in uscita; trattamenti previdenziali di giovani e donne; previdenza complementare. Uno, per ora, il paletto imposto da Mario Draghi: nessun vincolo al parametro contributivo.

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