India, ripristinati i fondi delle Missionarie di Madre Teresa

Dopo il blocco dei giorni scorsi che ha fatto il giro del mondo, il governo indiano ha ripristinato l’accesso ai fondi delle Missionarie della Carità, nonostante le dure persecuzioni che le suore e tutti i cristiani stanno subendo nel Paese. 

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(Ansa)

Ad essere ripristinata da parte delle istituzioni indiane nello specifico è la registrazione delle Missionarie della Carità al Foreign Contribution Regulation Act, la legge che regola la possibilità di ricevere contributi dall’estero, e con questo atto le religiose avranno di nuovo accesso alle risorse con le quali gestiscono numerose attività caritative nel Paese.

La notizie che fa tirare un sospiro tra le persecuzioni

La notizia è stata pubblicata dall’agenzia di stampa cattolica Ucanews, facendo tirare un sospiro di sollievo alle religiose e ai tanti cristiani che stanno osservando la vicenda in questi giorni. Il colpo era stato inferto proprio il giorno stesso di Natale, nel momento in cui le religiose della Congregazione fondata da Madre Teresa si sono accorte del blocco imposto loro.

La ragione sarebbe stata in alcune condizioni di ammissibilità che secondo le istituzioni indiane le suore non avrebbero soddisfatto, evitando però di specificare nel dettaglio quali fossero queste condizioni problematiche che avevano portato a fare rimanere gli oltre ventimila ospiti delle strutture di carità gestite delle religiose senza fondi.

Di fatto, non è di certo la prima volta che le Missionarie della Carità vengono prese di mira dal governo indiano, come anche molte altre organizzazioni occidentali e nello specifico tutti coloro che appartengono alla fede cristiana. Solo alcune settimane prima, il governo ha avviato un’inchiesta contro un orfanotrofio gestito dalle Missionarie nel Gujarat.

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In questo caso, al centro ci sarebbero accuse infamanti, e subito smentite dalle suore, di avere operato delle conversioni forzate nei confronti di alcune bambine accolte nella struttura. Soltanto negli ultimi giorni invece è arrivata la notizia della chiusura obbligata di una casa per bambini orfani, indigenti e abbandonati che si trova nel cantone di Kanpur, la Shishu Bhawan, fondata nel lontano 1968.

I tanti altri casi che rendono impossibile la vita delle suore in India

Una vita lunga 53 anni grazie a cui le suore sono riusciti a dare in adozione oltre 1500 bambini, servendo nel contempo migliaia di poveri e indigenti, tra cui uomini e donne malate di lebbra, madri sole o figli orfani di migranti. Le istituzioni hanno affermato che la struttura sarebbe stata costruita su una terra dove il contratto di locazione sarebbe scaduto nel 2019 e non più rinnovato.

Le suore hanno cercato di ottenere un’udienza ma alla fine sono state obbligate ad arrendersi per incapacità di soddisfare le richieste, anche a causa del blocco stesso dei fondi esteri operato alcuni giorni prima e ora ripristinato, ma solo una volta avvenuto lo sfratto, e il trasferimento di undici bambini orfani e gravemente handicappati che vivevano all’interno.

(Ansa)

La notizia del ripristino dei fondi è stata pubblicata anche dall’Indian Express, secondo cui la certificazione dell’organizzazione missionaria è stata rinnovata il 6 gennaio e sarà valida dal 1 gennaio 2022 al 31 dicembre 2026. “Siamo felici e lieti che il governo centrale abbia realizzato e ripristinato la nostra registrazione Fcra”, ha dichiarato la portavoce delle Missionarie della Carità Sunita Kumar.

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Le persone che stanno donando, sanno che questi fondi sono per i poveri. Hanno anche alzato la voce, chiedendo perché fosse successo. Sono comunque felice”.

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