ESCLUSIVA: “Esenzioni al vaccino? Mica ci chiamiamo Djokovic”

La storia di chi, impossibilitato a fare il vaccino, aspetta con ansia di vedere chiarita la propria posizione: “Nessuno ci dice nulla”

L’esenzione al vaccino per Djokovic fa discutere. Molti aspettano risposte

Per poter permettere a Novak Djokovic, numero uno al mondo, di scendere in campo in Australia, si sono mobilitati diversi medici. Negli ultimi giorni, secondo quanto è stato ricostruito, decine di specialisti hanno visitato il tennista, garantendo per lui l’impossibilità (a causa di problemi che si trascina da anni) a vaccinarsi. Sull’esenzione al campione serbo si è scatenata però una battaglia morale e politica. La guerra infinita tra pro e no vax, si è arricchita di un nuovo capitolo e Djokovic è stato al centro di discussioni e polemiche.

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Ma c’è anche chi, prendendo spunto dalla vicenda del numero uno al mondo, spera di uscire dal tunnel e di avere risposte concrete. Sono tanti gli italiani che vivono in un limbo: impossibilitati o sconsigliati dai medici, a vaccinarsi, ma costretti a limitazioni e problemi sul lavoro. E’ il caso di Stefania, che da mesi, vive una situazione particolare. “Il mio organismo ha sviluppato gli anticorpi dell’artrite reumatoide. Una malattia che fortunatamente non si è mai manifestata, ma che è latente. Il mio immunologo, dopo una visita specialistica, è stato molto chiaro e mi disse che il mio sistema immunitario vive una situazione di equilibrio instabile, che potrebbe essere stravolto dall’assunzione di determinati farmaci”. A Stefania è stato sconsigliato di prendere medicine che possano modificare il sistema immunitario. “Mi è stato detto di evitare addirittura farmaci blandi o omeopatici, che possano rinforzare o modificare il sistema immunitario. Con quegli anticorpi presenti e in equilibrio precario, si può correre il rischio di stimolarli e rendere conclamata la malattia. E’ chiaro che di fronte ad una raccomandazione del genere, non me la sono sentita di sottopormi al vaccino”.

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Ma Stefania non si è fermata ed ha chiesto un parere ad altri due medici. “Sono andata dalla mia dottoressa e quando le ho chiesto se, nella mia condizione fossi in grado di vaccinarmi, mi ha risposto: Non ci sono dati specifici sulla tua situazione, io non posso dirti nulla di definitivo, ma sappi che il vaccino non è obbligatorio. Tanto più nella tua situazione”. Non contenta, si è poi affidata ad un endocrinologo. “Inizialmente era convinto della necessità di sottopormi al vaccino, ma quando ha letto la mia situazione ha cambiato idea e mi ha detto che rientravo nei casi particolari. Io da allora vivo in questa situazione di incertezza: mi è stato detto che è meglio che non assumi nessun farmaco, che faccio parte di una categoria particolare, che non ci sono certezze, ma nessuno si è mai preso la responsabilità di mettere tutto nero su bianco e farmi avere un’esenzione”.

“Purtroppo non mi chiamo Djokovic”

Novak Djokovic (Getty Images)

Cosa accaduta invece al campione serbo:Purtroppo non mi chiamo Djokovic, che tra l’altro stimo tantissimo come tennista. Per lui chiaramente è stato tutto più facile. Se è vero poi che ha avuto dei dottori che sono venuti direttamente d lui, è ancora più bizzarro. Quando ho provato ad informarmi sulla procedura per ottenere l’esenzione, mi è stato detto che solo i medici vaccinatori possono consegnarmela. In pratica io dovrei prenotare il vaccino, presentarmi ad un Hub ed esporre la mia situazione, sperando che poi il personale sblocchi la situazione. Ma se invece una volta lì, nessuno si prende questa responsabilità e venissi vaccinata? Posso correre questo rischio?“. Stefania racconta un altro episodio. “Sono venuta a conoscenza di una persona alla quale, subito dopo la prima dose, è stata riscontrata l’artrite reumatoide. E una volta appurata ha avuto l’esenzione per evitare il richiamo”. La speranza di vedere sbloccata la propria situazione arriva proprio da Djokovic: “Speriamo che, a partire da ora, ci sia una maggiore attenzione per tutti i casi che, come me, rientrano in una categoria particolare. Noi non possiamo cambiare cognome e diventare Djokovic, speriamo che cambi l’attenzione nei nostri confronti”.

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