Romanzo Quirinale: la storia dei Presidenti della Repubblica italiana

Giochi di potere, franchi tiratori e guerre ai partiti. La storia dei 12 capi dello Stato. Tra picconatori e decisionisti

Il Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica italiana – Getty Images

L’articolo 83 della Costituzione italiana, spiega perfettamente come si elegge il capo dello Stato italiano. “Il Presidente della Repubblica italiana è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato. L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta“. Sergio Mattarella è stato il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Nella storia della nostra Nazione si sono alternati uomini dall’alto spessore politico, leader di partito, personaggi che si sono limitati ad un ruolo di semplice rappresentanza e uomini forti, capaci di assurgere a ruoli di primaria importanza.

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Nella storia della Repubblica italiana,  il potere dei Presidenti è spesso inversamente proporzionale a quello del Governo. Un esecutivo forte fa da contraltare ad un Presidente destinato a rimanere nell’ombra: un Governo traballante fa emergere la figura del primo cittadino, spesso chiamato in causa per risolvere situazioni di grande difficoltà. Come è accaduto a Giorgio Napolitano, costretto a tornare in sella al termine del suo primo mandato per tracciare una linea politica in un momento di grande incertezza. O come è accaduto con l’elezione di Sandro Pertini, avvenuta nel 1978 nel momento di maggiore difficoltà e dopo l’assassinio di Moro.

Dietro l’elezione del Presidente della Repubblica si nascondono giochi di potere, invidie e colpi bassi, con i “franchi tiratori” spesso protagonisti. Il primo Capo dello Stato fu il liberale Enrico De Nicola, eletto il 28 giugno del 1946. Due anni dopo toccò a Luigi Enaudi, rimasto in carica per sette anni, fino al 29 aprile 1955. Al suo posto è subentrato Giovanni Gronchi (democristiano), rimasto in sella fino al 6 maggio 1962, quando venne sostituito al Quirinale da Antonio Segni, che dopo due anni (per motivi di salute) fu costretto a lasciare il colle a Giuseppe Saragat.

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I grandi sconfitti

Giulio Andreotti e Sandro Pertini

Nel 1971 toccò a Giovanni Leone, sostituito nel 1978 da Sandro Pertini. Il presidente che festeggiò con la Nazionale italiana la vittoria della Coppa del Mondo del 1982. Pertini, come detto, venne chiamato al Quirinale in un momento drammatico e dopo l’uccisione di Aldo Moro. Il leader democristiano, prima del rapimento, fu uno dei grandi sconfitti dai giochi di partito per la nomina dei Presidenti. Nel 1971 una gran parte della Democrazia Cristiana non lo volle al comando. Ma Moro non è il solo ad essere rimasto sconfitto nella corsa al Quirinale. Giulio Andreotti è stato spesso battuto nella corsa alla poltrona di Capo dello Stato: nel 1992 fu superato da Oscar Luigi Scalfaro, in uno dei momenti più caldi della storia repubblicana, travolta dallo scandalo Tangentopoli e dagli agguati di Cosa Nostra. Anche Fanfani e Forlani, resteranno per sempre nella storia come “presidenti mancati”. Nel 2015 è toccato a Romano Prodi, rimanere nel limbo, sedotto e poi abbandonato dai leader della sua stessa parte politica.

I decisionisti: picconatori e combattenti

Tra i Presidenti “decisionisti” impossibile non nominare Francesco Cossiga: il picconatore, che tra la fine della cosiddetta Prima Repubblica e l’inizio della seconda, non esitò a demonizzare il sistema che rappresentava. Anche Scalfaro è stato un uomo forte: il Presidente che ha combattuto in prima persona contro Silvio Berlusconi, che nel 1994 diventò Premier. Il rapporto tra i due fu pessimo. Ciampi è stato eletto al Quirinale nel 1999 ed è stato l’arbitro delle sfide più accese tra il Cavaliere e Romano Prodi, oltre ad essere il Presidente che ha dovuto gestire il momento più complicato nella storia mondiale, con gli attacchi alle Torri gemelle e la guerra a Bin Laden. Dopo di lui è toccato a Giorgio Napolitano, l’unico Presidente rieletto al termine del suo mandato. Dal 2015 la poltrona del Quirinale è occupata da Sergio Mattarella. Il Presidente che ha gestito l’Italia durante la pandemia. Chi lo sostituirà?

 

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