ESCLUSIVA – Massimo Maestrelli: “Babbo era un po’ Sarri e un po’ Inzaghi”

Nell’anniversario della morte di Tommaso Maestrelli, allenatore del primo scudetto della Lazio, il figlio Massimo si è raccontato ai nostri microfoni.

Maestrelli Lazio
L’allenatore dello scudetto, Tommaso Maestrelli (Facebook Lazio)

Dai tifosi della Lazio sarà sempre ricordato come il più grande allenatore della storia del club. L’uomo capace di trascinare una squadra dalla Serie B alla vittoria del primo scudetto nel giro di due anni. Un’impresa ancor più straordinaria quella della stagione 1973-1974 pensando alle profonde fratture che c’erano nello spogliatoio guidato dal tecnico nato a Pisa nel 1922. Vere e proprie fazioni, allenamenti che sembravano delle guerre di supremazia.

Ecco cosa rappresenta Tommaso Maestrelli nella storia della Lazio. Il tecnico che, a causa della malattia, è stato costretto ad abbandonare i suoi ragazzi troppo presto, rendendo il ricordo al contempo ancor più forte e doloroso. “Penso che oggi andremo a Prima Porta con Pino (Wilson, ndr.) e Giancarlo (Oddi, ndr.) per una preghiera. Non siamo riusciti a organizzare la messa, ma l’importante in questi casi è il ricordo“, le parole del figlio Massimo, intervenuto in esclusiva ai microfoni di Notizie.com nel giorno del 45esimo anniversario dalla morte del ‘Maestro’.

Maestrelli e il furto della medaglia dello scudetto

Maestrelli medaglia
La medaglia che ricorda l’impresa della Lazio nella stagione 1974 (Twitter)

Nei giorni scorsi Massimo Maestrelli, attraverso i propri canali social, aveva denunciato il furto della medaglia d’oro commemorativa dello scudetto vinto dal padre. A distanza di due settimane non sono stati fatti passi avanti nelle ricerche. “Penso che l’avranno già squagliata (ride tristemente, ndr.).  Ci sono due collezionisti di cimeli dell’epoca che comprarono la medaglia d’argento che venne coniata in quell’occasione. Mi hanno contattato perché me la vogliono regalare, poi io la farò laccare e la rimetterò nella cornice all’interno dello studio di mio padre“.

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La porterò da Bezzi – ha continuato Maestrelli – è lui lo storico gioielliere della Lazio del ’74 che coniò quella medaglia. Stanno facendo a gara per darmela. La porterò dal figlio, Guido Bezzi, per farla lavorare e rimetterla nella sua cornice. Aspetterò altri 15-20 giorni, ma non ho grosse speranze di ritrovarla“.

Il paragone con Sarri e Inzaghi

Inzaghi e Sarri
Il saluto tra Sarri e Inzaghi prima di Lazio-Inter (Getty Images)

Quando si parla di grandi allenatori non si può non menzionare i due più recenti della storia della Lazio. Simone Inzaghi da una parte e Maurizio Sarri dall’altra. Massimo è convinto che suo padre Tommaso avesse un po’ di entrambi. “Simone aveva di comune con babbo di tirare fuori il meglio da ogni giocatore, quella è una caratteristica che lo avvicina molto a Tommaso. Anche la serenità nel come affrontava le partite, nel pre e nel post, sempre con il sorriso, sempre con equilibrio, oltre alla forte Lazialità“.

Con Sarri in comune c’è l’origine toscana Babbo era di Pisa… E poi le tante sigarette fumate durante la partita. La gavetta che ha fatto, da questo punto di vista sono molto simili. Anche l’amore per il bel gioco, che privilegiano entrambi. Infine le difficoltà nell’arrivare in una piazza come Roma. L’inizio di mio padre fu difficilissimo, fu anche contestato. Quello di Sarri sicuramente un po’ meno, ma speriamo che alla fine il risultato sia lo stesso“, ha concluso Massimo Maestrelli.

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