Incontra chi gli portò il fegato in Lamborghini: “Vivo grazie a loro”

Matteo, professore 45enne di Verona, ha conosciuto per caso gli agenti che trasportarono l’organo per il suo trapianto un attimo prima di morire. I commossi ringraziamenti davanti ai suoi alunni.

Lamborghini Polizia di Stato
Gli agenti della Polizia di Stato, grazie alla loro Lamborghini, hanno consegnato in tempo il fegato di Matteo

Una corsa contro il tempo a lieto fine. Ha incontrato i suoi salvatori, li ha ringraziati un milione di volte con commozione: “È grazie alla Polizia di Stato se sono vivo”. Le parole le ha pronunciate con le lacrime agli occhi Matteo, 45enne di Verona, professore di matematica in una scuola superiore. Bastava soltanto un giorno in più, uno solo, e sarei morto. La ricostruzione dei fatti è una storia incredibile raccontata da lui stesso alla fiera di Verona dove si sta svolgendo in questi giorni il Job&Orienta, salone nazionale della scuola, dell’orientamento, del lavoro e della formazione.

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La Lamborghini provvidenziale

Lamborghini Polizia di Stato
Una foto della Lamborghini in dotazione alla Polizia di Stato

Matteo, il 28 febbraio del 2020, aveva scoperto di avere due tumori al fegato, si erano sviluppati velocemente e per questo era stato messo subito in lista per il trapianto di fegato. L’attesa della chiamata giusta è terminata il 13 agosto successivo proprio allo scadere del tempo a disposizione. L’organo venne trasportato a tutta velocità all’ospedale di Padova grazie alla Lamborghini della Polizia di Stato, donata – come sottolineato dalla Questura – dalla casa automobilistica per le emergenze di questo genere.

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L’incontro casuale: “Non sarei vivo senza la loro velocità”

Il servizio, quel giorno, era stato effettuato dal personale della Polstrada di Bologna. Matteo, mentre accompagnava tra i diversi stand i propri alunni, ha incontrato per caso alla fiera quegli uomini e per questo li ha voluti ringraziare in modo sentito, sottolineando quanto fosse stata provvidenziale la loro velocità nel consegnare il fegato in ospedale. “Non sarei vivo senza la loro tempestività”, ha continuato a ripetere. Dopo più di un anno è riuscito a ringraziare di persona gli agenti che hanno contribuito in modo decisivo all’operazione che gli ha salvato la vita.

 

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