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Cronaca

La tragedia del 14enne Paolo Mendico, morto prima di tornare a scuola: tre inchieste in corso e l’accusa choc del Ministero

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Francesco Ferrigno

Paolo Mendico era uno studente di 14 anni dell’Istituto tecnico Pacinotti di Latina, per la precisione della sede distaccata dei Santi Cosma e Damiano. Poche ore prima del rientro a scuola, nella notte tra il 10 e l’11 settembre, il ragazzo si è tolto la vita.

Sul suicidio di Paolo sono state aperte tre inchieste. La prima è di competenza della Procura della Repubblica di Cassino, la seconda della Procura per i Minorenni, la terza del Ministero dell’Istruzione e del Merito. In queste ore il quotidiano La Repubblica ha diffuso alcuni dettagli in merito all’indagine del Ministero, dalla quale è emerso che la scuola era a conoscenza di diverse criticità riguardanti il giovane. Ma andiamo con ordine.

La tragedia del 14enne Paolo Mendico, morto prima di tornare a scuola: tre inchieste in corso e l’accusa choc del Ministero (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

Come ricostruito dalla famiglia di Paolo Mendico e dagli inquirenti, il ragazzo viveva da diverso tempo una condizione di forte disagio tra le mura scolastiche. Alcuni compagni di classe lo deridevano per via del suo aspetto, e i capelli lunghi che portava avevano fatto sì che venisse soprannominato Nino D’Angelo. Dopo qualche tempo Paolo aveva infatti deciso di tagliarsi i capelli per evitare ulteriori prese in giro.

I pm di Cassino stanno indagando nell’ambito di un fascicolo aperto contro ignoti, approfondendo il contesto scolastico e le eventuali responsabilità degli adulti e del personale. L’inchiesta della Procura per i Minorenni, invece, vede iscritti tra gli indagati già quattro studenti, tutti compagni di classe di Paolo Mendico. Il reato a loro iscritto è di istigazione al suicidio. Un’indagine delicatissima, per la quale le chat scambiate sui dispositivi elettronici sono un elemento centrale per la ricostruzione della vicenda.

Per gli esperti del Ministero la scuola era a conoscenza delle criticità

Il Ministero guidato da Giuseppe Valditara, invece, ha inviato ispettori nella scuola che hanno stilato una relazione durissima nei confronti della scuola. Per gli esperti del Ministero la scuola era a conoscenza delle criticità, non ha applicato il protocollo antibullismo ed ha fornito una versione non veritiera dei fatti durante le verifiche. Versione che ha portato gli ispettori a mettere nero su bianco che “sul suicidio la scuola ha mentito”.

Gli uomini guidati da Valditara hanno parlato in maniera esplicita di condotte omissive da parte di dirigente scolastica, vicedirigente e responsabile della succursale di Santi Cosma e Damiano. Per tutti sono stati chiesti provvedimenti disciplinari. La classe di Paolo Mendico, insomma, presentava criticità già lo scorso anno, e i genitori del 14enne avevano segnalato ripetutamente il disagio del figlio. Nonostante le segnalazioni, però, non sono state prese contromisure oltre ad alcuni richiami verbali.

Per gli esperti del Ministero la scuola era a conoscenza delle criticità (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

Le condotte omissive emergerebbero con forza dal confronto tra i verbali dei consigli di classe e dalle dichiarazioni fornite dal personale scolastico agli ispettori. Nei documenti si leggerebbe di una situazione grave e problematica, mentre successivamente sarebbe stato ridimensionato se non negato il bullismo in classe.

L’inerzia delle autorità scolastiche avrebbe fatto maturare un contesto in cui Paolo si è sentito solo, esposto e senza protezione. Da qui l’ipotesi che, secondo gli ispettori, la morte del 14enne “si sarebbe potuta evitare”.

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Francesco Ferrigno