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Cronaca

Bombe contro Sigfrido Ranucci, Rsf: “La sua vita ora è in pericolo”. Paolo Siani: “Scorta mediatica, non lasciamolo solo come fu per Giancarlo”

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Francesco Ferrigno

La notte scorsa due ordigni sono stati fatti deflagrare nei pressi dell’abitazione del giornalista Sigfrido Ranucci. L’analisi di ciò che sta accadendo oggi in Italia.

Quello contro Sigfrido Ranucci è “il più grave attacco contro un reporter italiano degli ultimi anni. Ha già ricevuto minacce in passato, ma ora la sua vita è in pericolo. La libertà di stampa in Italia è minacciata nella sua stessa esistenza”.

Bombe contro Sigfrido Ranucci, Rsf: “La sua vita ora è in pericolo”. Paolo Siani: “Scorta mediatica, non lasciamolo solo come fu per Giancarlo” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Ne è certo Pavol Szalai, direttore del Prague bureau di Reporter senza frontiere (Rsf). Szalai, contattato da Notizie.com, ha ricordato che secondo il World press freedom index, l’Italia si colloca al 49esimo posto su 180 Paesi. È la peggiore posizione tra le grandi nazioni dell’Ue, inclusa la Polonia. “La libertà di stampa minacciata in Italia è incarnata da Sigfrido Ranucci. – ha detto il rappresentante di Rsf – I pericoli che ha affrontato minacciano il giornalismo italiano nel suo complesso”.

Ciò che è accaduto è ormai noto. L’autore e conduttore della trasmissione d’inchiesta Report di Rai 3, già sotto protezione, è stato oggetto di una gravissima intimidazione. Poco dopo le 22 di ieri sera due bombe sono deflagrate sotto l’abitazione del giornalista, distruggendo la sua auto e danneggiando quella della figlia che era parcheggiata accanto. L’attentato è avvenuto in località Campo Ascolano. L’ordigno rudimentale con un chilo di esplosivo era nascosto tra due vasi esterni, tra la vettura e il cancello della casa, e ha causato due esplosioni in rapida sequenza.

Szalai (Rsf) in esclusiva per Notizie.com: “I giornalisti italiani sono regolarmente minacciati dalla criminalità organizzata”

Sebbene la polizia italiana – ha continuato Pavol Szalai – si sia impegnata a fondo per proteggere i giornalisti che indagano sulla criminalità organizzata e per perseguire coloro che li intimidiscono, il pericolo della mafia è uno dei motivi per cui l’Italia si posiziona così in basso nell’Indice. La collocazione geografica, la provincia di Roma, è inusuale. Ma i giornalisti italiani, venti dei quali godono della protezione della polizia, sono regolarmente minacciati dalla criminalità organizzata”.

Nel settembre 2025, Giorgia Venturini di Fanpage.it è stata gravemente intimidita a Milano. Nel novembre 2024, l’auto di Gaetano Fioretti è stata vandalizzata a Napoli. Ad aprile 2023 il veicolo di Rossella Puccio è stato incendiato a Palermo. Nel caso di Ranucci, non è ancora chiara la matrice dell’attentato. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e gli investigatori della Digos, che hanno avviato i rilievi tecnici. I pm dell’Antimafia di Roma indagano, il fascicolo è in carico al sostituto procuratore della Dda di Roma, Carlo Villani. A coordinare il pool è il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi.

Szalai (Rsf) in esclusiva per Notizie.com: “I giornalisti italiani sono regolarmente minacciati dalla criminalità organizzata” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Sul caso di Ranucci in queste ore si è parlato di un tema in particolare, quello della delegittimazione. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dato mandato di rafforzare la misura a protezione di Ranucci. Solidarietà è stata espressa da tutto il mondo politico, a partire dalle più alte cariche dello Stato, e anche dall’Ue. Ma Sigfrido Ranucci e Report negli ultimi due anni sono stati più volte oggetto di attacchi da parte della politica e di grandi società per le inchieste realizzate. Report è stata di fatto ridimensionata in termini di messa in onda, tra cancellazioni delle repliche e spostamenti di orario.

Un altro grave problema per la libertà di stampa in Italia sono gli attacchi politici, le cause legali abusive e la sorveglianza arbitraria ai danni dei giornalisti. – ci hanno fatto sapere da Reporter senza frontiere – Negli ultimi mesi, Sigfrido Ranucci è stato minacciato da attivisti politici a causa di una puntata di Report su Gaza. Il suo programma è stato oggetto di diverse cause per diffamazione. Ha anche espresso timore di sorveglianza arbitraria.

Pur accogliendo con favore la solidarietà espressa a Sigfrido Ranucci dalla premier Giorgia Meloni in seguito all’esplosione, ci rammarichiamo che il suo schieramento politico tenti regolarmente di screditare il suo lavoro. Le cause legali abusive (Slapp) sono uno dei pericoli più gravi per il giornalismo italiano. Invece di emanare una legge che protegga i giornalisti dalle Slapp, la maggioranza al potere sta usando la legge come arma per cercare di metterli a tacere”.

Attentato a Ranucci, Siani: “Colpire i giornalisti vuol dire indebolire la democrazia”

Ranucci, 63 anni nato a Roma, è approdato in Rai negli anni ’90. La sua carriera nel servizio pubblico inizia al Tg3 e prosegue a Rai News 24, dove si specializza in complesse inchieste su criminalità organizzata e traffici illeciti, in particolare quello dei rifiuti. A lui si deve il ritrovamento e la diffusione dell’ultima, storica intervista al giudice Paolo Borsellino, rimasta inedita per anni. La sua attività di inviato lo porta anche su fronti di guerra internazionali, dai Balcani al Medio Oriente.

Pochi giorni fa Ranucci era a Torino ad un convegno organizzato da Libera, l’associazione contro le mafie. A quell’evento c’era anche Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalista ucciso dalla camorra a Napoli il 23 settembre 1985. “Colpire i giornalisti che fanno inchieste vuol dire indebolire la democrazia. – ha dichiarato Siani, in esclusiva per Notizie.com – Il giornalismo d’inchiesta resta una delle forme più alte di giornalismo democratico, perché esercita un controllo sul potere e dà voce a ciò che altrimenti rimarrebbe nascosto.

Ora serve la scorta mediatica di tutti noi a Sigfrido per non lasciarlo solo, come fu lasciato solo Giancarlo quarant’anni fa. È un atto grave e come per tutti i giornalisti d’inchiesta va cercato il movente in quello che Sigfrido ha scritto o detto in tv. Mi auguro che non si torni indietro ed è difficile che accada vista anche la grande solidarietà che è scattata subito in favore di Sigfrico Ranucci”.

Attentato a Ranucci, Siani: “Colpire i giornalisti vuol dire indebolire la democrazia” (ANSA FOTO) – Notizie.com

L’attentato a Ranucci riporta la memoria collettiva indietro di decine di anni. Anni bui fatti di violenza inusitata, di guerre di mafie, di vittime innocenti e di killer senza scrupoli. In quegli anni in prima linea c’era il giornalista Antonio Irlando, collega e amico di Giancarlo. La notte in cui fu ammazzato Siani, Irlando fu prima contattato e poi raggiunto dai carabinieri che lo informarono dell’omicidio, preoccupati che il lavoro giornalistico potesse mettere anch’egli a rischio.

La storia è sempre la stessa. – è il commento di Irlando – C’è chi si sente colpito dalle attività giornalistiche che raccontano i fatti. La verità fa sempre paura sia nelle attività politiche sia in quelle criminali. Se raccontata da un media quella verità diventa dirompente. C’è un altro fattore, la gestione politica della Rai, viene letta dall’opinione pubblica, e ovviamente da chi è ‘interessato’ a colpire, per qualsiasi motivo, come una delegittimazione. Nel momento in cui c’è una delegittimazione reiterata del ruolo della stampa, dei giornalisti, si aprono le porte ad azioni intimidatorie. Si alimentano delle frange estreme di esaltati criminali che trovano la ribalta per esibirsi”.

Franco Siddi: “Rispetto per i professionisti dell’informazione, basta delegittimarli”

Di bisogno di solidarietà corale ci ha parlato anche Franco Siddi, giornalista e sindacalista, già segretario generale della Fnsi, componente del cda Rai e della Commissione Editoria della Presidenza del Consiglio. “Impegnarsi a portare rispetto per i professionisti dell’informazione – ha affermato Siddi – è il primo pilastro di una cultura della libertà e della solidarietà che sconfigge violenze e odio. C’è molta strada da fare su questo versante, cominciando a non delegittimare i giornalisti che danno notizie che meritano di essere note a prescindere che a qualcuno non facciano piacere. Leggi e norme di garanzie non mancano. Altrettanto vale per le opinioni.

E alle idee che non condividono, chi non condivide deve replicare con le sue idee, se ne ha da esprimere. Non con la violenza, né con le intimidazioni, né con le bombe. Quello contro Ranucci è un attentato da combattere con i mezzi della legge, della civiltà democratica, della sostanziale, costante e percepibile condanna pubblica. Fiducia nelle forze dell’ordine e della Giustizia, ma si faccia capire chiaro che non c’è terreno fertile per violenti, delinquenti, terroristi, odiatori che vogliano spegnere anche una sola voce dell’informazione libera e plurale“.

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Francesco Ferrigno