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Esteri

Gaza, finalmente è tregua: il ruolo della Turchia “ibrida” nei negoziati tra Israele e Hamas. il caso dell’incidente alla Flotilla

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Francesco Ferrigno

Un particolare mediatore avrebbe inciso nei delicati negoziati tra Israele ed Hamas in Egitto. Ecco i motivi per cui la Turchia ha avuto un ruolo determinante.

Nel corso del terzo giorno di colloqui tra Israele e Hamas nella località egiziana di Sharm el-Sheikh, il Ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha affermato che il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza poteva essere molto vicino.

Perché la Turchia ha un ruolo così importante nei negoziati tra Israele e Hamas: c’entra anche un incidente alla Flotilla (ANSA FOTO) – Notizie.com

Pochissime ore dopo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che Israele e Hamas hanno concordato la prima fase del suo piano di pace. Stop ai combattimenti e rilascio di almeno alcuni ostaggi e prigionieri. “Significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata. Un primo passo verso una pace forte, duratura ed eterna“, ha scritto Trump sui social media. Hamas prevede di rilasciare tutti i venti ostaggi viventi nei prossimi giorni, mentre l’esercito israeliano inizierà il ritiro dalla maggior parte di Gaza.

Hamas cercava solide garanzie dal presidente degli Stati Uniti. L’obiettivo era fare in modo che Israele non riprendesse la sua campagna militare dopo il rilascio gli ostaggi rimanenti, come previsto dal piano. Altri punti del documento non sono ancora stati concordati, tra cui l’obbligo di disarmo di Hamas e la creazione di un organismo internazionale per gestire il territorio dopo le dimissioni di Hamas. “Ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia“, ha fatto sapere Trump.

Se ormai sono chiari i ruoli di mediatori di Stati Uniti e Qatar nelle complesse negoziazioni, non lo è altrettanto per la Turchia. Qual è il vero obiettivo di Ankara e del presidente Recep Tayyip Erdoğan? Prima dell’ascesa al potere del leader turco nel 2003, Turchia ed Israele intrattenevano ottimi rapporti sotto il punto di vista diplomatico, economico e militare. Con Erdogan come presidente, Ankara ha cominciato a spostarsi verso il mondo arabo, cercando una leadership islamica della regione mediorientale.

Il caso della nave turca Mavi Marmara

La crisi nei rapporti con Tel Aviv ha raggiunto il suo apice a maggio 2010. La nave turca Mavi Marmara era alla testa di una Flotilla diretta a Gaza, allora come oggi, per sfidare il blocco israeliano delle acque della Striscia. L’intervento di Israele ha causato la morte di dieci attivisti turchi. Durissima la replica di Erdoğan, che ha rotto le relazioni diplomatiche e accusato Israele di terrorismo di Stato.

La Turchia ha iniziato a dialogare con Hamas, che sul territorio ha anche uffici politici, e che in molti Paesi è considerata un’organizzazione terroristica, specie dopo le stragi del 7 ottobre 2023 che hanno scatenato la reazione spropositata di Israele. Ankara ha comunque un ruolo ibrido. Se è vero che per motivi ideologici è nell’orbita di Hamas, dall’altro è un Paese Nato ed un importante partner economico non solo degli Usa, ma anche di Israele. Ciò rende Erdoğan un mediatore rispettato e credibile da tutte le parti in campo nei negoziati.

Il caso della nave turca Mavi Marmara (ANSA FOTO) – Notizie.com

La Turchia ha canali aperti con Washington, Tel Aviv e il Qatar, e la mediazione consolida Ankara come potenza in grado di dire la sua sulle grandi crisi, rafforza l’immagine nel mondo islamico, ponendosi come difensore della Palestina, usa “l’arma” diplomatica per migliorare sempre più i rapporti con Usa e Unione europea. Nei dettagli, il piano di Trump per la pace a Gaza prevede un cessate il fuoco immediato e il rilascio dei 48 ostaggi che i militanti ancora detengono dopo l’attacco a sorpresa contro Israele del 7 ottobre 2023. Si ritiene che circa 20 degli ostaggi siano ancora vivi.

Il piano prevede che Israele ritiri le sue truppe da Gaza dopo il disarmo di Hamas e che una forza di sicurezza internazionale intervenga. Il territorio verrebbe posto sotto governo internazionale, con Trump e l’ex premier britannico Tony Blair a supervisionarlo. “Se si raggiunge un accordo oggi, verrà dichiarato un cessate il fuoco“, ha detto il Ministro turco Fidan.

“Non c’è cibo, né acqua potabile. I valichi sono bloccati”

A gennaio, le due parti avevano già raggiunto un cessate il fuoco. La tregua aveva portato al rilascio di alcuni ostaggi israeliani in cambio di palestinesi imprigionati da Israele. Israele ha rotto il cessate il fuoco a marzo, riprendendo la sua campagna di bombardamenti e offensive per fare pressione su Hamas per il rilascio dei restanti ostaggi. I precedenti cicli di negoziati si sono spesso arenati per lo stesso ostacolo, con Hamas che chiedeva garanzie sulla fine della guerra e Netanyahu che prometteva di continuare a combattere fino alla distruzione del gruppo.

Nella Striscia di Gaza, dove gran parte del territorio è in rovina, e a Tel Aviv, le persone si sono riversate nelle strade per festeggiare l’accordo. L’esercito israeliano ha però avvertito che il nord della Striscia è ancora una zona di combattimenti. Nella notte, nonostante l’annuncio della tregua, sono proseguiti i bombardamenti in diverse aree della Striscia.

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Francesco Ferrigno