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Cronaca

Suicidio assistito, via libera in Campania per due pazienti. Il legale dell’Asl: “Modalità operative molto complesse, ma devono poter scegliere liberamente”

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Francesco Ferrigno

In Campania le autorità sanitarie hanno espresso parere favorevole per due pazienti che hanno chiesto di accedere al suicidio medicalmente assistito. I dettagli dei casi analizzati dal legale che ha supportato l’Azienda sanitaria.

L’Asl Napoli 3 Sud ha comunicato poche ore fa il via libera al suicidio medicalmente assistito per due pazienti affette da Sla che avevano chiesto di accedere alla procedura. I pareri favorevoli del Comitato etico territoriale Campania 2 sono stati emessi in tempi brevi dopo le relazioni della Commissione tecnica multidisciplinare permanente.

Suicidio assistito, via libera in Campania per due pazienti. Il legale dell’Asl: “Modalità operative molto complesse, ma devono poter scegliere liberamente” – Notizie.com

Una delle due donne è Ada, operatrice socio sanitaria della provincia di Napoli di 44 anni affetta da Sclerosi laterale amiotrofica. Le sue condizioni sono peggiorate in soli otto mesi, e si era rivolta all’associazione Luca Coscioni per ottenere il diritto al suicidio assistito. In una nota l’Asl ha fatto sapere di stare organizzando le modalità di attuazione delle procedure di auto somministrazione dei farmaci “nelle modalità più idonee alle condizioni cliniche delle pazienti. E nel rispetto della loro dignità umana”.

In un primo momento l’Azienda sanitaria aveva ritenuto che non sussistessero alcuni dei requisiti previsti dalle sentenze della Corte Costituzionale che al momento regolano la materia in Italia. In particolare, gli esperti hanno dibattuto sul concetto di “persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”. Per gli altri tre requisiti, invece, il paziente deve essere affetto da una patologia irreversibile; la patologia deve essere fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili; il paziente deve essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

Pansini (Legale Asl) in esclusiva per Notizie.com: “Ecco cos’è il trattamento di sostegno vitale”

Il trattamento di sostegno vitale – ha spiegato, in esclusiva per Notizie.com, l’avvocato Vincenzo Pansini, che ha coadiuvato l’Asl in ogni aspetto della complessa vicenda – comprende tutte le apparecchiature necessarie all’alimentazione, alla respirazione o al supporto cardiologico. In sostanza, tutti quei dispositivi senza i quali il paziente non potrebbe sopravvivere.

La giurisprudenza più recente della Corte Costituzionale ha chiarito che rientrano tra i mezzi di sostentamento vitale anche gli interventi di sanitari o caregiver con competenze sanitarie che debbano effettuare manovre meccaniche sul paziente per consentirgli di vivere. Per esempio, l’estrazione dei muchi: altrimenti si rischierebbe il soffocamento.

Immagini una persona affetta da Sla che non riesce più a muovere neanche i muscoli per deglutire o espettorare. In questi casi, se è necessario l’intervento di un sanitario o di un caregiver per rimuovere manualmente i muchi, la Corte Costituzionale ha chiarito che anche quello è un mezzo di sostentamento vitale”.

Pansini (Legale Asl) in esclusiva per Notizie.com: “Ecco cos’è il trattamento di sostegno vitale” – Notizie.com

Ada, che ha deciso di uscire dall’anonimato, ha fatto sapere alle agenzie di stampa: “La Sla ha perso, io ho vinto”. Dopo il primo diniego da parte dell’Asl, la 44enne aveva presentato, tramite l’associazione Luca Coscioni, un ricorso d’urgenza al Tribunale di Napoli. Il 14 agosto scorso si è raggiunto un accordo giudiziale. La paziente ha ripresentato domanda di accesso alla procedura di suicidio medicalmente assistito, corredata da documentazione medica aggiornata per dimostrare l’aggravamento delle sue condizioni psicofisiche.

C’è una commissione medica che prende in carico il paziente. E fa le valutazioni di carattere medico. – ha continuato Vincenzo Pansini – È una commissione multidisciplinare, composta da psicologi, neurologi, psichiatri, medici legali, anestesisti. Insomma, da tutte le specializzazioni necessarie. La commissione esamina il paziente con una visita e redige una relazione per verificare la presenza o meno dei quattro presupposti previsti dalla Corte Costituzionale, che devono coesistere tutti“.

La paziente Ada: “Sono da oggi padrona della mia vita e del mio corpo”

Una volta redatta la relazione, questa viene trasmessa al Comitato Etico territorialmente competente, che effettua ulteriori valutazioni attraverso una propria commissione multidisciplinare e formula un parere. Tale parere è obbligatorio per il procedimento istruttorio, ma non vincolante per l’Asl, che può anche discostarsene. Nel caso in questione, sia la Commissione medica sia il Comitato etico hanno espresso parere favorevole.

Ada ha fatto sapere che “da oggi sono legalmente padrona della mia vita e del mio corpo. Auspico la stessa serenità per tutte le persone che affrontano la mia stessa condizione. E che ogni essere umano possa un giorno esercitare questo diritto senza dover lottare fino all’ultimo respiro. Grazie a chi mi ha ascoltata, sostenuta e accompagnata in questo percorso”. Arrivati a questo punto, l’Asl Napoli 3 Sud dovrà stabilire un protocollo condiviso con le due pazienti.

La paziente Ada: “Sono da oggi padrona della mia vita e del mio corpo” – Notizie.com

Le modalità operative sono complesse. – ci ha spiegato il legaleSiamo i primi in Campania, e in realtà i primi a livello nazionale, a gestire casi di pazienti con queste problematiche. Persone che hanno difficoltà nell’autosomministrazione del farmaco, poiché, per legge, devono essere loro stesse ad autosomministrarlo. Nel caso di una paziente affetta da Sla, che non ha più la capacità di muovere gli arti o deglutire, vi sono evidenti difficoltà anche nell’attivare l’apparecchiatura necessaria”.

L’Azienda sanitaria sta quindi ricercando dispositivi che possano essere attivati, ad esempio, tramite comando oculare e quindi con lo sguardo. Il protocollo poi, prevede che l’Asl debba accertarsi che la paziente mantenga ferma la volontà fino all’ultimo momento: può infatti cambiare idea in qualsiasi istante. Per questo il protocollo deve essere condiviso con la paziente, con il medico di medicina generale e con tutto il team sanitario. Fino all’ultimo verranno proposte ad Ada soluzioni alternative, come le cure palliative.

“Prendiamo in carico non solo la paziente, ma anche la famiglia”

L’Asl – ha concluso Pansini – prende in carico non solo la paziente, ma anche il nucleo familiare. Fornendo le apparecchiature necessarie per vivere e comunicare. Sarebbe facile scegliere il suicidio in una condizione di abbandono, ma in questi casi le pazienti sono seguite costantemente: devono poter scegliere liberamente, non perché non abbiano alternative.

Il compito dell’Asl, e il mio ruolo, come avvocato che la supporto, è fornire fino all’ultimo istante un’alternativa valida da ogni punto di vista. Psicologico, assistenziale, sociale. La paziente può decidere di cambiare idea fino all’ultimo momento. Le famiglie come vivono queste decisioni? Sono percorsi condivisi. È chiaro che la volontà della paziente è quella che conta. Si tratta di persone consapevoli, in grado di esprimere la propria volontà anche attraverso comunicatori elettronici”.

Nel luglio scorso a Perugia è morta nella sua casa la giornalista 50enne Laura Santi, che si è auto-somministrata il farmaco letale dopo il via libera dell’Asl Umbria 1. Santi era affetta da sclerosi multipla. In quel caso l’associazione Coscioni ha attivato su base volontaria il personale medico e infermieristico che ha assistito la donna nella procedura.

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Francesco Ferrigno