Maturità 2026: il governo ha dato il via libera alla riforma. Novità importanti per la prova orale e non solo. Tutti i dettagli.
L’esame di Stato, il primo tra i più importanti nella vita di tutti, tornerà a chiamarsi Maturità. Questo tuffo nel passato per i Millennials è solo la prima novità del decreto legge approvato in Consiglio dei ministri che riguarda il secondo ciclo di istruzione.
Il provvedimento punta a essere valido già alla fine dell’anno scolastico 2025-2026 e introduce regole significative in particolare per quanto riguarda gli orali. Prende il via soprattutto dalle polemiche degli ultimi esami, dopo la presa di posizione di alcuni studenti che hanno deciso di fare scena muta per protesta, avendo già raggiunto agli scritti il punteggio per la promozione.
Dalla prossima edizione della Maturità, chi non farà gli orali sarà bocciato, anche se con i punteggi accumulati nel triennio e le prove scritte ha raggiunto almeno 60/100. La riforma, proposta all’esecutivo dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, punta a valorizzare lo sviluppo integrale degli studenti.
Non più dunque solo la preparazione accademica, ma anche le competenze trasversali, la capacità di argomentare e la consapevolezza acquisita durante le scuole superiori. Vediamo, nel dettaglio, tutte le novità della riforma della Maturità.
Le prove scritte saranno sempre due. Il colloquio orale invece, sarà concentrato su quattro materie principali di ogni percorso di studio scelte dal Ministero a gennaio o comunque nello stesso periodo in cui vengono assegnati i commissari esterni.
Sarà integrato da una valutazione del percorso formativo complessivo, che terrà conto anche della formazione scuola-lavoro e dell’educazione civica. Novità importanti anche per quanto riguarda le commissioni: saranno composte da due interni e due esteri per ciascuna delle due classi abbinate, sostituendo lo schema dei tre esteri e tre interni. Il presidente sarà sempre esterno.
Le risorse risparmiate con la riduzione degli insegnanti, saranno destinate all’aumento del compenso di quelli impegnati negli esami e alle coperture assicurative dei precari.
Allegato al diploma, ogni studente riceverà un curriculum, che offrirà una rappresentazione del percorso formativo e delle esperienze maturate. Il decreto inoltre, prevede la discussione di un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale per gli studenti che riportino almeno 6/10 in condotta, da integrare nello scrutinio finale. Questa misura si inserisce nella più ampia riforma del voto in condotta.
Scompare per sempre anche lo spunto iniziale selezionato dalla commissione, da cui partiva la prova orale. La commissione potrà assegnare fino a tre punti solo agli studenti che avranno raggiunto un punteggio di almeno 97.
Cambiano nome anche i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento. Non si chiameranno più PCTO ma Percorsi di formazione scuola-lavoro.
Il 4+2 sperimentale delle scuole tecnologico-professionali diventa ordinamentale ed entra ufficialmente nel sistema nazionale di istruzione e formazione. Questa misura punta a rafforzare il collegamento tra gli istituti tecnici e professionali – che durano 4 anni e non più 5 – e gli ITS Academy, con due anni di specializzazione eventuale. L’obiettivo è formare nuove figure sulla base del mercato del lavoro, con un occhio all’innovazione tecnologica.
Il decreto stanzia anche 240 milioni di euro una tantum per il contratto della scuola. E ulteriori 15 milioni all’anno per estendere l’assicurazione sanitaria al personale precario. Altre risorse serviranno alla formazione dei docenti e alla formazione dei commissari della Maturità.
Abbiamo parlato finora delle novità strettamente collegate agli studenti. Ma il decreto prevede cambiamenti anche nel mondo della scuola in generale. Ad esempio: c’è una nuova regolamentazione dei passaggi tra indirizzi di studio delle scuole superiori. Nel primo biennio, gli studenti potranno contare su interventi di sostegno, mentre nel bienni dovranno sostenere esami integrativi. L’obiettivo di questo provvedimento è ridurre la dispersione scolastica.
Per quanto riguarda le gite scolastiche poi, nell’aggiudicazione delle gare, verranno scelti gli operatori economici che garantiscono anche maggiore sicurezza dei veicoli, competenza dei conducenti e accessibilità agli studenti con disabilità.