Le api e le vespe sono insetti molto importanti in natura, ma anche potenzialmente pericolosi. Consigli per proteggere il tuo bambino.
La puntura di un imenottero non è così frequente come si può pensare. Nella maggior parte dei casi, api, vespe, calabroni e altri insetti simili, non attaccano se non si sentono in una situazione di pericolo. La prima cosa da fare quindi, è non disturbarli.
La meno pericolosa tra gli imenotteri è proprio l’ape, perché dopo aver attaccato lascia il pungiglione sulla vittima e muore. Quindi punge solo in situazioni di pericolo grave. Tuttavia, trascorrere il tempo all’aperto espone a un maggior rischio di imbattersi in questi insetti e talvolta può diventare pericoloso soprattutto per i bambini, che non sempre percepiscono il pericolo e si avvicinano troppo ai nidi, magari per gioco.
Dunque, come proteggere i vostri figli? Ne abbiamo parlato con Michele Miraglia Del Giudice, professore di Pediatria e Allergologia all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP).
Partiamo però da una buona notizia: “Le reazioni gravi alle punture degli imenotteri, nei bambini sono molto meno frequenti che negli adulti”, ci spiega.
Le reazioni alle punture di un’ape, di una vespa o di un calabrone variano da soggetto a soggetto. La prima cosa da fare, spiega il professore, è “verificare se sia rimasto il pungiglione“.
Se è stata un’ape ad attaccare il vostro bambino, dovrete rimuovere il pungiglione. “Si può togliere con una pinzetta e subito dopo va disinfettata l’area. In caso di dolore, si può coprire con del ghiaccio o con un impacco di acqua fredda, con una pomata al cortisone e dare al bambino un antidolorifico o il paracetamolo“.
Ci sono però anche i piccoli pazienti allergici alle punture di imenottero. La prima cosa da sapere, spiega il medico, è che “non è detto che se il bimbo soffre di altre allergie, come per esempio all’acaro della polvere, in automatico sia allergico alle vespe”. Ma nei soggetti predisposti, “in via preventiva si può somministrare il cortisone“.
Se questi accorgimenti non bastano, è possibile che il bambino sia allergico alla puntura di vespa o di ape. I sintomi più gravi sono legati a una reazione locale. “Si verifica un gonfiore sull’area della puntura, un arrossamento. E possono presentarsi anche sintomi sistemici come la difficoltà respiratoria o un’orticaria generalizzata. In questi casi è bene recarsi al pronto soccorso per evitare che la situazione degeneri in choc anafilattico“.
Dunque: il professore Michele Miraglia del Giudice spiega che in caso di gonfiore, angiodema, orticaria, difficoltà respiratorie o sudorazione, bisogna rivolgersi subito all’ospedale. “Qui verranno somministrati l’adrenalina, il cortisone per via sistemica e un farmaco antistaminico”.
E in alcuni casi potrebbe anche essere necessario il ricovero del bambino: “Ma stiamo parlando di situazioni gravi”, sottolinea il dottore.
Se il vostro bambino ha avuto una reazione allergica alla puntura di imenottero, a quel punto è necessario fare “un percorso diagnostico e terapeutico. I genitori dovranno sempre portare con sé l’adrenalina con l’autoiniettore“.
La seconda via per la prevenzione del pericolo di punture di api e vespe è il vaccino: “Si chiama immunoterapia specifica e serve proprio a far abituare l’organismo al veleno di questi insetti, in modo da non rischiare in caso di puntura”.
ANCHE GLI ADULTI RISCHIANO CONSEGUENZE GRAVI DOPO LA PUNTURA DI UN IMENOTTERO
L’adrenalina e il vaccino dunque sono i due salva-vita per i piccoli allergici. L’immunoterapia “è specifica per il tipo di insetto”. Cioè, ne esiste uno per l’ape, uno per la vespa, uno per il calabrone e così via. E per scoprire a quale si è allergici, è possibile fare dei test come quelli che si fanno con gli alimenti.
Ecco elencati i consigli di Michele Miraglia Del Giudice per evitare le punture degli imenotteri.