Diciotto anni fa, il 13 agosto 2007, Chiara Poggi veniva uccisa nella villetta di casa a Garlasco, non lontano da Pavia. Perché da mesi siamo immersi nel fiume di notizie e di misteri di quel delitto.
La messa in ricordo di Chiara Poggi, uccisa senza un perché diciotto anni fa a Garlasco, si è tenuta quest’anno presso la parrocchia cittadina di Santa Beata Vergine Assunta. Don Mauro ha officiato la messa senza omelia, alla presenza di una decina di persone e dei genitori di Chiara, Giuseppe Poggi e Rita Preda.
Ventiquattr’ore fa, quando l’ennesima possibile svolta nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto si è rivelata nient’altro che una contaminazione, Giuseppe e Rita avevano chiesto di poter trascorrere in pace questo giorno. Oggi, all’esterno della parrocchia, non hanno rilasciato alcuna dichiarazione. Sin troppe le parole sull’omicidio avvenuto in via Pascoli il 13 agosto 2007 che sono state pronunciate in questi mesi da chiunque.
Il fascicolo su Garlasco, dopo la condanna definitiva per omicidio di Alberto Stasi, fidanzato di Chiara Poggi, è stato ufficialmente riaperto a marzo 2025. Da allora, come in una serie tv a episodi, si sono succeduti colpi di scena e battute d’arresto, protagonisti vecchi e nuovi, flashback e trame nascoste. Formalmente indagato per omicidio in concorso resta Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, sottoposto a un test del dna ormai cinque mesi fa.
Nuove tecnologie genetiche avrebbero mostrato una compatibilità del profilo maschile trovato sotto le unghie di Chiara con quello di Sempio. Ne è scaturito un maxi incidente probatorio, ancora in corso. E poi l’impronta 33, la 10, i metodi di rilevazione della Scientifica di allora e le nuove analisi odierne. L’ipotesi di Ignoto 3, un profilo genetico maschile trovato nel cavo orale di Chiara, ha portato ad approfondimenti che si sono rivelati non utili per arrivare alla piena verità sul delitto.
Quel profilo apparteneva al corpo di un’altra persona sottoposta ad autopsia negli stessi giorni in cui i medici si sono occupati degli esami sulla vittima di Garlasco. Di ipotesi sul tavolo, comunque, ne restano moltissime. Ad ottobre si chiuderà l’incidente probatorio, poi la Procura della Repubblica di Pavia dovrà decidere il da farsi. Un compito non facile, ma sarà necessario tirare le somme e decidere se far partire i titoli di coda o procedere con una nuova stagione.
Il tutto, mentre i genitori di Chiara continuano a chiedere silenzio e rispetto, pur in presenza di nuove indagini ed elementi utili. Restando aggrappati a quella verità processuale che ha decretato Alberto, oggi semilibero, colpevole di aver ucciso brutalmente la propria fidanzata il 13 agosto 2007.
“Penso alla famiglia di Chiara Poggi, da diciotto anni sottoposta a un’esposizione mediatica asfissiante e costretta ogni giorno a rinnovare il dolore per la morte della figlia. – ha dichiarato Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione – Penso alle condizioni penose di una giustizia costretta, diciotto anni dopo, a brancolare nel buio e sempre alla ricerca di non si sa bene quali prove. Diciotto anni di errori, di imputati arrestati, condannati e poi liberati perché non colpevoli”.
Secondo Napoli l’omicidio è stato trasformato in una corrida quotidiana in cui tutti recitano la loro brava parte: magistrati, avvocati, giornalisti. “Il tutto trasformato in un grande spettacolo trash, – ha concluso l’esponente di Azione – senza riguardo per il dolore della famiglia Poggi. E tutto è a carico del contribuente. È una realtà sconcertante quella che da diciotto anni vediamo scorrere sugli schermi tv o sui social. A Garlasco i magistrati hanno decretato l’eutanasia della giustizia“.