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Economia

Il piano di ricostruzione dell’Ucraina e le opportunità per le aziende italiane: le infrastrutture, l’IA e l’occupazione

Published by
Giovanna Sorrentino

Il piano di ricostruzione dell’Ucraina sarà al centro della Conferenza di Roma: di cosa si parlerà e quali sono gli investimenti necessari per la rinascita di Kiev.

La pace sembra ancora lontana, eppure l’Ucraina e i suoi partner internazionali, Europa in primis, parlano già di ricostruzione. La data è quella di giovedì 10 luglio, giorno in cui il presidente Volodymyr Zelensky è giunto in una blindatissima Roma in occasione della Conferenza per la ripresa del Paese, quando la guerra di Putin sarà terminata.

Il piano di ricostruzione dell’Ucraina e le opportunità per le aziende italiane: le infrastrutture, l’IA e l’occupazione (Ansa Foto) – notizie.com

In presenza della premier italiana Giorgia Meloni, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro polacco Donald Tusk e altre personalità di spicco europee, vedrà il via il più importante momento internazionale dedicato alla ripresa, alla ricostruzione e alla modernizzazione dell’Ucraina.

Sul tavolo ci saranno quattro macro-aree: imprenditoriale, umana, locale e regionale. A margine della conferenza è prevista anche la riunione dei volenterosi: la prima in assoluto che vedrà partecipi anche gli Stati Uniti. Gli altri leader europei, tra cui Merz, Emmanuel Macron e Keir Starmer interverranno da remoto.

Il presidente ucraino Zelensky punta ad attrarre investimenti nel suo Paese, facendo leva sui notevoli benefici fiscali su chi ad esempio, deciderà di operare nei parchi industriali.

I finanziamenti europei per investire in Ucraina

L’Occidente punta invece a convincere gli investitori privati, promuovendo agevolazioni, crediti e anche altri programmi portati avanti dalla Banca europea per gli investimenti e Simest. Quest’ultima è la società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti che sostiene la crescita internazionale delle imprese italiane, attraverso agevolazioni e servizi. Ma di cosa avrà bisogno l’Ucraina quando arriverà fine della guerra?

Partiamo dai costi che ha dovuto affrontare durante il conflitto: la Banca mondiale, in un report datato 2024, stima danni per 176 miliardi di dollari a edifici e infrastrutture. In particolare a case (57 miliardi), trasporti (36 miliardi), energia e attività estrattive (circa 20 miliardi).

Proprio le infrastrutture energetiche sono quelle che l’esercito di Putin prende molto spesso di mira negli attacchi. E stiamo parlando solo dei danni “fisici”. Se invece consideriamo anche altri fattori come le minori entrate nelle casse di governo e privati, si arriva a costi per 589 miliardi di dollari nel 2024.

I finanziamenti europei per investire in Ucraina (Ansa Foto) – notizie.com

La Banca mondiale ha previsto dunque un piano di ricostruzione da realizzare in dieci anni con finanziamenti di almeno 525 miliardi. Un piano che andrà di pari passo con l’ingresso dell’Ucraina in Ue. E che non tiene in considerazione l’eventuale decisione di Kiev di cedere alla Russia le regioni attualmente annesse: Kharkiv, Donetsk, Kherson, Zaporizhzhya e Luhansk. Perché, come spesso ribadito, le scelte in merito alla sovranità territoriale dovranno spettare all’Ucraina.

Indipendentemente da questo quindi, quali sono gli investimenti necessari in Ucraina e che Zelensky promuoverà? La priorità è ovviamente il ripristino delle infrastrutture essenziali: strade, ferrovie, reti energetiche, porti. Tutti investimenti strategici per poter riavviare il processo produttivo ed economico del Paese.

Il ruolo dell’Ia nella ricostruzione dell’Ucraina

Sul fronte dell’Intelligenza artificiale il Parlamento ucraino si è già mosso, approvando un disegno di legge che per la prima volta prevede la possibilità da parte di privati di investire nel settore, che prima era prerogativa dello Stato. Questa norma permetterà di far arrivare in Ucraina investimenti di circa un miliardo di dollari, e al tempo stesso impegnerà il Paese a continuare a lavorare contro la corruzione: punto questo, necessario per poter far parte dell’Europa.

Investire nell’occupazione

Il piano della ricostruzione di Kiev prevede che la cultura, l’identità e la sua storia vengano preservate. Bisognerà inoltre, anche lavorare sull’occupazione e sull’aumento degli stipendi. Molti ucraini scappati dalla guerra infatti, ormai hanno una vita negli altri Paesi e guadagnano di più. Serve un piano di rilancio, quindi, che da un lato avvicini l’Ucraina all’Europa, dall’altro lavori sull’identità, e che punti alla rinascita dalle ceneri.

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Giovanna Sorrentino