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Cronaca

Garlasco, il mistero della tv accesa: i videogame e le sedie in posizione da gioco. Chi c’era in quella stanza

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Francesco Ferrigno

C’è un nuovo tassello nel puzzle del delitto di Garlasco che potrebbe essere di grande interesse investigativo: come si presentava il salotto di casa Poggi la mattina dell’omicidio.

Due sedie, il mobile della tv pieno di oggetti, il televisore acceso. Si presentava così, agli occhi dei primi carabinieri che entrarono in casa Poggi dopo il delitto di Chiara, il salotto della villetta di via Pascoli a Garlasco dove si era appena consumato l’atroce delitto.

Garlasco, il mistero della tv accesa: i videogame e le sedie in posizione da gioco. Chi c’era in quella stanza (ANSA FOTO) – Notizie.com

Non ricordo di aver visto immagini riconducibili a un videogioco”, ha dichiarato il colonnello dell’Arma Gennaro Cassese nel corso della trasmissione Rai Chi l’ha visto?, che ha mostrato alcune immagini catturate dagli investigatori il 13 agosto 2007. Ma perché è importante comprendere a fondo come si presentava il salotto mentre l’omicidio si sarebbe consumato vicino all’ingresso?

Pm e carabinieri, nell’ambito della nuova inchiesta che vede indagato Andrea Sempio, amico di Marco, il fratello di Chiara, sono tornati nella villetta nelle scorse settimane con strumentazioni nuove per cristallizzare quanto accaduto diciotto anni fa. Continui balzi indietro nel tempo che hanno portato alla luce numerosi dettagli nelle indagini condotte a quel tempo. L’attenzione in queste ore si sta concentrando sul salotto.

Delitto di Chiara Poggi, chi utilizzava le consolle per i videogiochi

Chi l’ha visto? ha mandato in onda quattro diverse foto che immortalano la tv accesa mentre sullo schermo apparivano diverse immagini. Di cosa si trattava? È possibile che fosse un videogame? Se ciò venisse confermato sarebbe un ulteriore elemento di novità. Stando a quanto risulta né Chiara né Alberto Stasi (condannato a sedici anni per l’omicidio della fidanzata) giocavano ai videogiochi. A differenza, invece, di Marco e dei suoi amici.

I ragazzi utilizzavano una Nintendo Game Cube, in voga in quegli anni. Nelle foto la consolle effettivamente si nota nel mobiletto della tv mentre un altro apparecchio, una Playstation One, si trova sul pavimento. Non è possibile vedere, invece, se la Nintendo fosse accesa o meno. Poi, ci sono le sedie, spostate in direzione del televisore evidentemente in posizione “di gioco”. Una forse utilizzata per appoggiare sopra la stessa consolle, l’altra per il giocatore.

Delitto di Chiara Poggi, chi utilizzava le consolle per i videogiochi (ANSA FOTO) – Notizie.com

Marco Poggi, però, aveva lasciato la villetta per andare in vacanza con i genitori il 5 agosto, ben otto giorni prima del delitto. Quindi né lui né i suoi amici avrebbero varcato le porte di casa Poggi in quel periodo per utilizzare i videogame. Ma se è possibile che Chiara non avesse messo in ordine le sedie in posizione di gioco, è anche possibile che la consolle sia rimasta accesa per tutto quel tempo? O altri l’hanno utilizzata? Domande a cui al momento non c’è risposta perché da decifrare ci sono immagini poco nitide e sfocate.

PER APPROFONDIRE: Delitto di Chiara Poggi, cosa trovarono i Ris nella villetta di Garlasco diciotto anni fa: ecco le immagini della scientifica

Nel frattempo, sul fronte delle indagini, stanno andando avanti gli accertamenti nell’ambito dell’incidente probatorio. Dalle prime risultanze non ci sarebbero elementi di novità per l’ipotesi che altre persone, oltre Chiara e Alberto, possano aver frequentato la casa in quei giorni. Sul tappetino del bagno è stato individuato solo il profilo genetico della vittima. E sull’ormai famosa impronta 33, quella del palmo di una mano che venne repertata sulla parete destra delle scale dove fu trovato il corpo di Chiara Poggi, non ci sarebbe sangue ma solo sudore.

Comunque finisca finirà male. – ha detto il Ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito alle nuove indagini – Perché o è giusta la condanna, seppure inflitta dopo due assoluzioni, del precedente imputato e allora l’indagato di oggi sta soffrendo pene indescrivibili, oppure è vero il contrario. Allora quello che sta in prigione si è fatto dieci anni per niente. Oppure sono innocenti tutti e due allora peggio mi sento perché abbiamo un doppio errore giudiziario“.

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Francesco Ferrigno