Chi era Claudio Ercoli, morto dopo cinque giorni dall’esplosione al distributore di carburante a Roma. Inutili le cure dei medici del Sant’Eugenio, aveva ustioni di terzo grado sul 55% del corpo.
Era un brav’uomo Claudio Ercoli. Così lo ricorda Marco, un amico di infanzia, che appena ha saputo della sua morte si è precipitato all’ospedale Sant’Eugenio, dov’era stato ricoverato dopo l’esplosione al rifornitore gpl dei giorni scorsi in via dei Gordiani a Roma.
Aveva compiuto sessantasette anni il 10 aprile e lavorava come ispettore di piazza dell’impianto. Amava il suo lavoro e quella mattina è stato travolto dal boato e da una palla di fuoco insieme con gli altri 40 feriti circa. Era quello arrivato al pronto soccorso nelle condizioni più gravi di tutti, con ustioni di terzo grado sul 55% del corpo. Marco, l’amico di infanzia, ricorda le mille avventure passate insieme.
Il sessantasettenne in passato è stato un aviatore dell’Aeronautica durante gli anni di leva. Era sposato con Mariagrazia da sempre, era padre e, come ha raccontato l’amico all’Adnkronos, amava gli animali. Claudio Ercoli era “una persona altruista. Sempre il primo a correre in aiuto di chi avesse bisogno. È sempre stato così, da quanto eravamo compagni di classe dalle elementari”.
Una vita spezzata “dopo tante preghiere”. Il sessantasettenne è morto dopo cinque giorni di ricovero nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sant’Eugenio. Claudio era uno dei due feriti portati in ospedale dai carabinieri. Nella giornata di martedì 8 luglio, i medici lo hanno sottoposto a un delicato intervento chirurgico di trapianto di pelle. Poco prima dell’esplosione all’impianto, stava lavorando per controllare la cisterna.
L’Asl Roma 2 ha fatto sapere che “l’equipe medica e chirurgica ha messo in atto ogni possibile trattamento intensivo e specialistico, ma le condizioni cliniche del paziente sono progressivamente peggiorare fino al decesso, causato dalla gravità delle lesioni riportate”.
Intanto le indagini sull’esplosione all’impianto gpl continuano e all’ipotesi di reato di disastro colposo e lesioni della Procura di Roma, con la morte di Claudio Ercoli, potrebbe aggiungersi quella di omicidio colposo, oltre che reati ambientali. Ancora non ci sono indagati, ma potrebbero arrivare presto, dopo che gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, avranno ascoltato i testimoni ed esaminato i filmati delle telecamere di videosorveglianza per ricostruire tutti i momenti precedenti all’esplosione.
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I feriti sono circa quaranta, e oltre a Claudio Ercoli ce ne sarebbe un altro in gravi condizioni, con ustioni sul 25% del corpo e ancora in prognosi riservata. Il fortissimo boato che è stato avvertito in gran parte della città di Roma, ha lasciato dietro di sé le macerie di un impianto sportivo e diverse scuole.
Intanto il Comune di Roma ha messo su una cabina di regia straordinaria che si occuperà del ripristino dei luoghi distrutti dalla defraglazione e dalle fiamme. L’assessore alle periferie Pino Battaglia ha convocato una prima riunione, durante la quale è stata affrontata la situazione della scuola dell’infanzia Balzani.
A settembre, durante i lavori, gli alunni saranno ospitati nelle altre scuole del quartiere. Si dovrà pensare anche all’impianto sportivo Villa de Sanctis, le cui aree interne sono state già messe in sicurezza e sono in corso i lavori di sistemazione.
Il Comune si sta occupando anche del parco, per poterlo riaprire il prima possibile al pubblico. E l’assessorato alla Casa sta verificando se ci sono alloggi comunali danneggiati.
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