Multe selvagge ai cittadini con gli autovelox, arriva la proposta della Lega per mettere ordine nel far west delle normative.
Stop agli autovelox per fare cassa. I parlamentari della Lega si stanno facendo portavoce di un tema già affrontato nei mesi scorsi dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha inviato una lettera all’Anci chiedendo ai Comuni di avviare un censimento di tutti i dispositivi che rilevano la velocità installati sulle strade.
I deputati leghisti in commissione Trasporti hanno rivendicato un emendamento al decreto Infrastrutture, che chiede alle amministrazioni locali di segnalare tutti gli autovelox attivi. E in caso contrario non potranno più essere messi in funzione. La proposta riguarda anche i tutor e le speedcam.
L’obiettivo è mettere ordine nel far west delle normative, alla luce di una sentenza del 2024 della Corte di Cassazione, che impone che i dispositivi di rilevamento della velocità su strada siano omologati. In assenza di norme chiare nel corso degli anni moltissimi cittadini hanno presentato e vinto ricorsi, mentre nelle casse dei Comuni sono aumentate le entrate provenienti dalle sanzioni per eccesso di velocità.
“Il problema non nasce oggi, e non comincia certo con il nuovo codice della strada“, ha spiegato ai nostri microfoni Gianangelo Bof, vicepresidente della commissione parlamentare per la semplificazione alla Camera dei deputati.
Il Mit ha stabilito che tutti gli autovelox approvati dopo il 2017 fossero automaticamente omologati, mentre tutti gli altri non possono essere utilizzati fino al collaudo. Ma dov’è l’inghippo? “Fino alla sentenza di Treviso si confondeva l’autorizzazione del prefetto con l’omologazione”, ma non è così. Perché per poter essere utilizzato, l’apparato deve avere determinate caratteristiche, “anche a garanzia dei cittadini multati”.
Durante i controlli è venuto fuori che molti apparati su strada “non avevano nessun tipo di autorizzazione“. E addirittura altri “neanche l’omologazione della ditta”, spiega Bof. Il via libera definitiva agli autovelox spetta all’Unione europea, ma prima va fatta una scansione di tutti i dispositivi installati sulle strade italiane. Da qui, “la necessità di procedere con una ricognizione a livello nazionale, per poi procedere ad avviare le omologazioni”.
L’emendamento ha quindi l’obiettivo di tutelare tutti: cittadini ed Enti locali. “Ben venga, è ovvio, che ci siano strumenti contro l’eccesso di velocità. Ma è chiaro però, che vanno anche evitati eterni contenziosi, che possono finire con condanne ai Comuni perché gli autovelox spesso non sono né autorizzati né omologati”, spiega Bof a Notizie.com.
“Questo doveva essere fatto già vent’anni fa. È necessaria una procedura di omologazione che chiarisca una volta per tutte come devono essere gli apparati che rilevano la velocità”. Successivamente sarà possibile rivolgersi all’Europa e infine, si troverà il modo di mettere un punto alle multe selvagge.