Nel caso in cui un processo giudiziario si protrae per un periodo di tempo lunghissimo, l’imputato ha diritto ad un indennizzo. Si tratta dell’equa riparazione per violazione della ragionevole durata del processo.
Tecnicamente parliamo di un indennizzo, che pesa molto, insieme ad altre voci che vedremo a breve, nelle voci di spesa per la giustizia in Italia. A fare buona compagnia all’equa riparazione ci sono infatti gli errori giudiziari, l’ingiusta detenzione e il mancato rispetto della Convenzione europea per i Diritti dell’uomo.
I dati sui “conti” del sistema giudiziario e carcerario in Italia provengono dal XXI rapporto di Antigone. Quest’ultima è l’associazione che si occupa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario. Ma partiamo da un altro numero, anch’esso contenuto nel dossier. Ovvero il costo per persona detenuta. Al 31 aprile 2025 risultavano detenute 62.445 persone, con un costo unitario pari a 149,56 euro. A fronte degli 150,28 euro dello scorso anno.
La voce di investimento maggiore nei bilanci della giustizia continua ad essere rappresentata dalle spese per il personale di polizia penitenziaria. Al Corpo è destinato il 61,7% del totale del capitolo di bilancio. Tra le voci di maggior rilievo anche, come già accennato, le risorse riservate alla riparazione per ingiusta detenzione ed errore giudiziario e alle violazioni circa l’irragionevole durata dei processi, la cosiddetta Legge Pinto.
L’’investimento per il 2025 è rimasto invariato rispetto al 2024. Rispettivamente 800mila e 50 milioni di euro. Per ciò che concerne Legge Pinto, in tale voce sono ricomprese poi le somme da corrispondere a titolo di indennizzo per la lentezza del sistema giudiziario e per il mancato rispetto della Cedu, compresi interessi e spese legali. Rispetto al 2024 si è predisposta una lieve riduzione di investimento pari a 10 milioni. La previsione di spesa è 60 milioni.
Per quanto riguarda le somme previste a titolo di equa riparazione per il mancato rispetto della Cedu, sono stati corrisposti 86,1 milioni nel 2023. C’è stato un importante aumento rispetto al 2022 quando erano stati corrisposti circa 57,6 milioni. Il bilancio consuntivo di tali voci di spesa più recente reperibile sul sito del Ministero è relativo alle spese del 2023.
Circa 31,7 milioni sono stati corrisposti a titolo di equa riparazione e risarcimento, in diminuzione rispetto al 2022 che ha visto una spesa di circa 37,3 milioni. In tal caso la somma investita ha subito una variazione in diminuzione di 12,1 milioni, con uno stanziamento iniziale effettivo pari a 37,9 milioni.
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Le somme previste a titolo di equa riparazione per il mancato rispetto dei diritti dell’uomo e per violazione della ragionevole durata dei processi, sono stati corrisposti 86,1 milioni nel 2023, con un importante aumento rispetto al 2022 quando erano stati corrisposti circa 57,6 milioni. In tal caso, l’investimento iniziale di 70 milioni è stato corretto con una variazione in aumento di circa 17 milioni, per un totale definitivo di investimento pari a 87 milioni circa.
“Tale ultimo dato – ha sottolineato Antigone – denota come gli uffici giudiziari si trovino in uno stato di perenne difficoltà dato l’elevato numero di cause che non riescono ad esaurire in tempi adeguati, come dovrebbe accadere nell’ambito di un sistema giudiziario sano“.