Le conseguenze di incendi ed esplosioni possono comportare dei rischi alla salute dei cittadini. Come proteggersi? I consigli di Legambiente.
Non solo danni a case, scuole e attività commerciali. Il bilancio dell’esplosione al distributore di carburante a Roma conta molti feriti tra forze dell’ordine e civili, che si trovavano in via dei Gordani, al Prenestino, quando poco dopo le 8 del 4 luglio è scoppiato un incendio in seguito a due fortissime deflagrazioni.
I video mostrano un vero e proprio terremoto quando c’è stata la seconda esplosione che, per gli investigatori, avrebbe anche causato il rogo. Edifici, attività commerciali, scuole, danneggiate come se appunto, la terra avesse tremato. In casi come questi il rischio per la salute dei cittadini è duplice: riguarda sia le conseguenze dell’incendio sia dell’esplosione. E hanno a che fare entrambe con l’ambiente.
Per questa ragione Arpa Lazio ha avviato il monitoraggio dell’aria, con l’obiettivo di comprendere se le deflagrazioni e l’incendio abbiano causato pericoli. I risultati saranno pronti entro 24 ore e faranno chiarezza sull’eventuale presenza di diossine, Pcb e Ipa nell’atmosfera. Si tratta di tre sostanze potenzialmente tossiche, che possono provocare malattie gravi come tumori, endometriosi e problemi alla tiroide. Gli Ipa in particolare, si generano proprio dalla combustione di gas.
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“Per essere efficace il monitoraggio deve avere la media ponderata di qualche ora, dunque bisognerà aspettare per avere i risultati“. A parlare con Notizie.com è Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, che ci ha aiutato a comprendere cosa sta facendo nello specifico Arpa e quali sono i potenziali pericoli dopo un’esplosione come quella al distributore di carburante a Roma.
Come detto, Arpa Lazio dovrà valutare sia i danni dell’esplosione che quelli dell’incendio. “C’è un problema relativo alle conseguenze di questa deflagrazione clamorosa. La pompa di un deposito di gpl, quindi di gas da petrolio liquido, genera nell’aria una presenza importante di anidride carbonica e monossido di carbonio”.
Quindi, di gas climalteranti da una parte e multinquinanti e urticanti dall’altra, che “non aiutano il nostro apparato respiratorio“. Ai danni causati dall’esplosione si aggiungono poi quelli dell’incendio: “I componenti della pompa di benzina non sono ferrosi, quindi si sono incendiati. Hanno sicuramente basi plastiche, e comunque derivanti dal petrolio”, spiega Scacchi a Notizie.com.
Le basi plastiche sprigionano nell’aria diossine, altrettanto impattati per la salute. Arpa Lazio valuterà l’eventuale presenza di tutte queste sostanze nell’aria, ma “la situazione è sfuggita di mano nel momento dell’esplosione“.
Il presidente di Legambiente Lazio spiega che il pericolo per la salute dei cittadini comincia già con lo scoppio perché “ci sarà una ricaduta sul suolo dei fattori inquinanti, delle diossine, del monossido di carbonio. Non si tratta di allarmismo, ma sono tutte situazioni da tenere sotto controllo”. Quindi, cosa fare in attesa dei risultati di Arpa Lazio e in generale, in situazioni simili? I consigli di Legambiente.
Nei prossimi giorni dovrà essere valutato anche lo stato dei terreni agricoli della periferia Est della Capitale. L’area interessata all’evento infatti, “si affaccia sull’agro romano. Ed è da un lato una delle più edificate ed urbanizzate fino alla via Casilina. Fuori dal Grande Raccordo Anulare poi, c’è una zona molto importante per l’agricoltura”.
Quali sono quindi, i rischi per i prodotti agricoli? Scacchi ci spiega che “gli incendi hanno una ricaduta sul suolo, non tanto nella prima fase. Ma sicuramente dopo qualche giorno, con lo spostamento dell’aria e con la ricaduta al suolo” delle sostanze rilasciate dall’incendio.
“Quella materia si disperderà e si depositerà. Immaginiamo che ci sarà anche una fase di analisi del comparto agricolo di quel territorio”. Dopo il monitoraggio dell’aria dunque, Arpa Lazio dovrà verificare anche la qualità del suolo.