C’è un fenomeno, in parte sottaciuto, che sta incidendo sul mondo della scuola e che sta facendo suonare più di un campanello d’allarme.
Si tratta dei trasferimenti dei docenti al centro e al sud Italia in relazione alla famosa Legge 104 del 1992. Un dato su tutti: nella scuola primaria su circa 3mila trasferimenti interprovinciali, oltre 600 sono stati ottenuti con la 104. Con destinazioni preferite la Sicilia, la Calabria e la Campania.
Statistiche anomale che hanno portato già a diverse segnalazioni alle autorità, che starebbero per aprire vere e proprie inchieste. Un ulteriore alert è provenuto in queste ore dal Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani, presieduto da Romano Pesavento. “Le anomalie riscontrate nei trasferimenti, specialmente al centro e al sud, – ha spiegato Pesavento – sollevano interrogativi legittimi circa l’effettiva regolarità e trasparenza delle dichiarazioni presentate”.
Facciamo un passo indietro per comprendere meglio la questione. La Legge 104 del 1992 è la normativa italiana che stabilisce diritti, agevolazioni e supporti per le persone con disabilità grave e per i familiari che le assistono. Per il mondo della scuola, la Legge incide sulle necessità di trasferimento di docenti e personale Ata per motivi legati alla disabilità, propria o di un familiare. Tali trasferimenti, opportunamente motivati, hanno la precedenza su qualsiasi altra richiesta di mobilità anche se basata sui criteri del punteggio e dell’anzianità.
Una priorità assoluta quindi, ma è necessario che la disabilità sia certificata come grave. E che, per l’assistenza familiare, che ci siano specifici requisiti come la convivenza con il disabile. Il sospetto, però, è che in molti si starebbero approfittando di falle del sistema di controllo, “a scapito di docenti con maggiore punteggio e anzianità di servizio, – ha sottolineato Pesavento – ma privi di precedenze, esclusi dalle sedi desiderate“.
Secondo il Cnddu le anomalie sarebbero chiare nelle graduatorie di mobilità dei docenti di ruolo per l’anno scolastico 2025/2026. La situazione sarebbe fortemente sbilanciata tra nord e sud. Nella scuola secondaria di I grado, al sud è previsto il 14,1 % dei trasferimenti provinciali ottenuti con la 104, nelle Isole il 13,3 %. A livello regionale la “classifica” è: Campania 17,8%, Calabria 14,2%, Sicilia 14,1%, Basilicata 14,0%.
Nella scuola primaria, su 2.902 trasferimenti interprovinciali, 624 (21,5%) sono avvenuti con 104. In alcune aree del sud, si toccano picchi del 53,9 %, e nelle Isole 59,4 %. In particolare: Sicilia 72,9%, Calabria 79,5%, Campania 66,6%, Basilicata 30,3%. In netto contrasto, al nord-ovest e nord-est, le percentuali si aggirano tra l’1,1 % e il 7,8%.
Secondo il Coordinamento si tratta di un trend che viene da lontano. Negli ultimi decenni si è registrato un aumento significativo delle domande di precedenza. I docenti beneficiari sono passati dal 9/10 % a più del 13% nel complesso. L’Inps ha inoltre segnalato che tra il 2019 e il 2023 i permessi personali sotto la 104 sono cresciuti del 18%. E quelli per assistenza ai familiari del 14%.
“L’incremento sproporzionato dell’uso della 104, – ha continuato Pesavento – unito a squilibri territoriali, può nascondere fenomeni di utilizzo improprio”. Il Coordinamento ha quindi chiesto l’immediato avvio di indagini da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, dell’Inps, delle Asl di riferimento e della guardia di finanza, ma non solo.
“Chiediamo l’introduzione – ha concluso il presidente del Cnddu – di sistemi di controllo automatizzati e incrociati tra i dati scolastici, sanitari e previdenziali al momento della richiesta. E sanzioni rigorose in caso di dichiarazioni mendaci, incluse la revoca del trasferimento, l’annullamento dei benefici e la segnalazione all’autorità giudiziaria. È doveroso tutelare i diritti di chi ha reali esigenze di assistenza, ma allo stesso tempo contrastare ogni forma di abuso che danneggia l’intero sistema educativo. E penalizza i docenti onesti”.