Processo a Ciro Grillo, la richiesta di 9 anni di carcere e le parole di Giulia Bongiorno, avvocata della presunta vittima.
Sette ore di requisitoria, poi la richiesta di pena: 9 anni di carcere per l’accusa di stupro di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese. Termina così il lungo discorso in Aula nella seconda giornata dell’udienza del processo che vede imputati Ciro Grillo e i tre amici, Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia ed Edoardo Capitta, che nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 avrebbero approfittato della giovane nella villetta della famiglia Grillo in Costa Smeralda.
Il pubblico ministero di Tempio Pausania Gregorio Capasso ha però chiesto la concessione delle attenuanti generiche nei confronti degli imputati. “Parliamo di sei ragazzi che allora avevano 19 anni. Due ragazze che hanno subito quello che hanno subito, quattro ragazzi che vivono comunque una situazione drammatica”.
Le attenuanti generiche riguardano la giovane età di Grillo, Lauria, Corsiglia e Capitta, alla quale si aggiunte la confisca preventiva dei beni e un risarcimento. I capi di imputazione contestati dalla pubblica accusa sono due. Uno si riferisce a tre episodi riguardanti il presunto stupro. L’altro riguarda le fotografie scattate mentre l’altra ragazza dormiva. E che coinvolgono, a detta del pm, Grillo, Capitta e Lauria.
“Non è stato un processo facile, ci siamo impegnati senza farci travolgere dalle emozioni”, ha continuato Capasso in Aula. “Tutti questi ragazzi e ragazze sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro per la quale hanno sofferto e stanno soffrendo”.
A differenza del 30 giugno, il primo luglio nessuno degli imputati è stato presente in Aula. Dopo Capasso, sono intervenute le parti civili e l’avvocata Giulia Bongiorno, che difende la studentessa italo-norvegese. “È mio dovere richiamare puntualmente alcuni atti. Inizio dicendo che quella t***a della mia assistita prima non lo era, ma dopo la vodka lo è diventata”. Queste le parole in Aula della legale.
“Secondo me, giuridicamente basterebbero queste parole per definire tutto. Viene ripetutamente definita t***a non perché lo era all’inizio, ma perché lo diventa dopo tanto così di vodka. Atti che fanno venire i brividi”.
“La mia assistita è stata sentita in quest’Aula con un esame durato 35 ore“. A parlare è Giulia Bongiorno, avvocata della presunta vittima. “Le sono state poste 1.675 domande, la commozione l’ha travolta per 18 volte, al punto che è stato necessario interrompere l’udienza. Non so se nella storia giudiziaria esiste un’altra teste alla quale sono state rivolte 1.675 domande”.
Domande che “io non so come si possono sopportare. Ma lei ha retto, rispondendo sempre in modo coerente. Quando non la ricorda dice non lo so, non inventa mai”.
Bongiorno ha richiamato in Aula la cultura maschilista e il tema della violenza di genere: “Qui il problema è che tuttora, nel 2025, ci sono uomini che ritengono la donna essere inferiore, e irrilevante la sua libertà e la volontà di autodeterminarsi. In questo processo emerge questa visione della donna, il cui consenso vale zero”.
La giovane ha deposto protetta da un paravento nero, dopo che i suoi legali hanno richiesto un’istanza di audizione protetta. E il 30 giugno è stata fatta uscire dall’Aula quando è stato proiettato un video di quella sera.
Ricordiamo che i fatti risalgono all’estate del 2019, i quattro ragazzi si trovavano in vacanza a Porto Cervo, ospiti nella villetta della famiglia Grillo. Nel corso della serata, trascorsa tra alcuni locali e poi al Billionaire, avrebbero conosciuto la studentessa italo-norvegese e una sua amica. Le giovani avrebbero lasciato la discoteca con il gruppo di amici, seguendoli a casa Grillo.
Qui, a detta della vittima, si sarebbe consumata la violenza. I quattro amici hanno sempre negato le accuse. E anche in Aula il 20 giugno, Ciro Grillo ha ribadito di essere innocente in una dichiarazione spontanea: “Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa“. Dopodiché ha annunciato che a dicembre diventerà padre.
“Ci aspettavamo una richiesta di condanna a una pena molto elevata. Ma certamente non è finita qui”, ha dichiarato Gennaro Velle, avvocato di Francesco Corsiglia. “Attenderemo poi il verdetto dei giudici, ma abbiamo tutte le frecce nel nostro arco per arrivare, speriamo, a una conclusione positiva del processo“.