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Mamme detenute, la Cassazione contro il Dl Sicurezza. Paolo Siani: “Pericoli enormi per i piccoli innocenti”

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Francesco Ferrigno

“Le condizioni del sistema carcerario sono preoccupanti, contrassegnate da una grave e ormai insostenibile condizione di sovraffollamento”.

A parlare è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi ha ricevuto al Quirinale una rappresentanza del Corpo di polizia penitenziaria, in occasione del 208esimo anniversario della sua costituzione.

Mamme detenute, la Cassazione contro il Dl Sicurezza. Paolo Siani: “Pericoli enormi per i piccoli innocenti” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Per il capo dello stato è drammatico il numero dei suicidi nelle carceri. Un fenomeno che da troppo tempo non dà segno di arrestarsi. “Si tratta di una vera e propria emergenza sociale – ha detto il presidente – su cui interrogarsi per porvi fine immediatamente”. Le parole di Mattarella giungono a pochi giorni dalla pubblicazione del XXI rapporto di Antigone, che ha fatto il punto della situazione nei penitenziari con dati drammatici, appunto, e la bocciatura, da parte della Cassazione del Dl Sicurezza.

Tra i punti oggetto di rilievo nel decreto, infatti, c’è quello riguardante le detenute madri. Già al momento dell’approvazione la norma era stata contestata. Cosa prevede? In sostanza è facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno.

Paolo Siani in esclusiva per Notizie.com: “Una condanna anche per il bambino”

Secondo la Suprema Corte (che, lo ricordiamo, ha fornito un parere non vincolante e perciò spetterà ai giudici, caso per caso, decidere se tenerne conto o meno) far scontare la pena in carcere alle detenute incinte o madri di bimbi piccoli, può essere una violazione dei principi costituzionali della tutela della maternità e dell’infanzia.

È necessario un bilanciamento – ci aveva spiegato il costituzionalista Massimo Villone – Il decreto tutela eccessivamente la sicurezza”. Che andrebbe proporzionato con il concetto di libertà. Del caso si sta occupando anche Paolo Siani, già parlamentare e primario del reparto di Pediatria dell’ospedale Santobono di Napoli.

Paolo Siani in esclusiva per Notizie.com: “Una condanna anche per il bambino” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Abolire gli arresti domiciliari – ha spiegato Siani, in esclusiva per Notizie.com – per una donna incinta o con un figlio di meno di un anno va contro la Costituzione, perché non si tutelano più i diritti né delle donne in gravidanza né dei minori. Una cosa del tutto sbagliata. Se mettiamo in carcere una donna che ha commesso un piccolo reato, poiché specifichiamo che stiamo parlando di reati minori, e condanniamo questa signora incinta o con un figlio piccolo, è una condanna anche per il bambino. Che invece è innocente. E dovremmo provare a salvarlo, cioè a dargli un futuro migliore”.

Per il primario insomma, dovremmo preoccuparci che il bambino non viva una situazione come quella della mamma. “E invece lo mettiamo in carcere, – ha detto Siani – condannandolo già da piccolo a vivere in un penitenziario con tutte le difficoltà della vita in una struttura simile”.

Il caso delle donne rom spesso incinte: “Se anche fosse così, il bimbo resta un innocente”

Una delle eventualità venute alla luce in questi anni, e che potrebbe essere alla base della ratio della norma del Dl Sicurezza, è che decine di donne di etnia rom, accusate di furto, risultavano spesso incinte nel momento in cui nei loro confronti veniva emessa la misura cautelare del carcere. Ciò, prima che entrasse in vigore il decreto, consentiva loro di evitare la detenzione in un penitenziario.

Volesse il cielo ci fossero gravidanze quandanche sospette, abbiamo una denatalità in Italia molto preoccupante. – ha continuato Paolo Siani – Ma non è più così. E se fosse anche così, il bambino rimane un innocente, quindi va tutelato nel modo più assoluto”. Non molto tempo fa alla Camera, promossa anche da Siani, era stata approvata una legge che andava in senso diametralmente opposto al decreto sicurezza. Prevedeva che per le donne incinte o con figli piccoli che venivano condannate per reati minori non si aprivano le porte del carcere. Bensì quelle di case famiglia protette.

Il caso delle donne rom spesso incinte: “Se anche fosse così, il bimbo resta un innocente” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Le mamme scontavano la pena in quanto detenute, – ha ricordato il primario – ma il bambino viveva in un ambiente più sano per la sua crescita. Senza fare sconti, insomma, si tutelava l’infanzia come prevede la nostra Costituzione”. Che fine ha fatto la legge? “Doveva approdare al Senato – ha affermato Siani – poi il governo cadde (l’esecutivo di Mario Draghi, caduto il 21 luglio 2022, ndr). E il nuovo governo le detenute mamme le mette in carcere”.

A livello medico, qual è il pericolo per i piccoli? “È enorme. – ha concluso il primario – Nella fase della crescita dei bambini, dalla gravidanza ai primi tre anni di vita, si sviluppano le più importanti condizioni cerebrali. Un bambino che in quel periodo non riceve gli stimoli adeguati, potrebbe crescere con dei deficit. Lasciarli dentro un carcere significa condannarli ad una crescita non sana, non naturale”.

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