Ad aprile 2025 erano più di 62mila le persone detenute, 164 in più rispetto a marzo. In pratica, la popolazione carceraria sta crescendo dell’equivalente di un nuovo carcere ogni due mesi.
È solo uno dei drammatici dati emersi dal XXI rapporto di Antigone sulle condizioni della detenzione nel nostro Paese. L’associazione nata nel 1991 si occupa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario. Ogni anno produce un dossier che fotografa la situazione nelle carceri.
“La sofferenza in carcere sta infatti crescendo drammaticamente. – hanno fatto sapere da Antigone – Nel 2024 l’autolesionismo è aumentato del 4,1% rispetto al 2023, mentre i tentati suicidi sono cresciuti addirittura del 9,3%. Nel 2024 sono stati almeno 91 i casi di suicidi commessi da persone private della libertà. Tra gennaio e maggio 2025, almeno 33”. Il 2024 è passato così alla storia come l’anno con più suicidi in carcere di sempre.
“A fronte di questa crescente sofferenza – è il commento dell’associazione – ci si aspetterebbe che il carcere si impegni ad approntare nuove e più efficaci risposte ai bisogni e alle fragilità di chi è detenuto. Ma di tutto questo non si vede traccia né nel dibattito pubblico né nella vita degli istituti, che si caratterizza invece per la crescente chiusura”.
Impressionanti, come già accennato sopra, le statistiche sul sovraffollamento. Al 30 aprile 2025 erano 62.445 le persone detenute nelle carceri italiane. A fronte di queste presenze la capienza regolamentare è di 51.280 posti, ma circa 4500 posti non sono disponibili per inagibilità o ristrutturazioni. Ciò significa che il tasso di affollamento medio è di almeno il 133%. Delle quasi 190 carceri italiane quelle non sovraffollate sono ormai solo 36, mentre 58 superano il tasso del 150%.
Gli istituti più affollati? Milano San Vittore (220%), Foggia (212%), Lucca (205%), Brescia Canton Monbello (201%), Varese (196%), Potenza (193%), Lodi (191%), Taranto (190%), Milano San Vittore femminile (189%), Como (188%), Busto Arsizio (187%), Roma Regina Coeli (187%), Treviso (187%).
Infine (ma il rapporto è lungo e complesso e dedicheremo all’argomento diversi approfondimenti) il caso dell’età della popolazione detenuta, che continua ad aumentare. Alla fine del 2024 il 42,2%, quasi la metà popolazione detenuta, era composta da ultra quarantacinquenni. Ma crescono al tempo stesso anche i giovanissimi, ed è sempre più difficile garantire la separazione tra adulti e giovani adulti che sarebbe prevista per legge.
PER APPROFONDIRE: Caldo torrido, viaggio nelle carceri sovraffollate. Federico Vespa: “Situazione estremamente critica. Amnistia e indulto? Non c’è altra via d’uscita”
“I detenuti diventano dunque sempre più vecchi, – hanno concluso da Antigone – e questo pone notevoli e prevedibili nuove sfide, sia in tema di domanda di salute, sia in tema di percorsi di reinserimento. Gli istituti generalmente non hanno un’offerta di attività e di supporto specifica per questi ragazzi, spesso segnati da gravi e diverse fragilità”.