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Cronaca

Brigadiere ucciso: migliaia di euro per le sole perizie, calvario giudiziario per gli agenti. “Hanno rischiato la vita, cambiare subito la normativa”

Published by
Francesco Ferrigno

“Invochiamo un cambiamento della normativa. Chi rischia la vita per assicurare alla giustizia pericolosi criminali credo che abbia tutto il diritto di difendersi”.

Il caso è quello dell’omicidio del brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie, avvenuto il 12 giugno scorso a Francavilla Fontana durante un inseguimento.

Brigadiere ucciso: migliaia di euro per le sole perizie, calvario giudiziario per gli agenti. “Hanno rischiato la vita, cambiare subito la normativa” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Dopo l’uccisione del militare a colpi di postola, al suo ultimo giorno di lavoro prima della pensione, gli uomini della polizia di stato si sono messi alla ricerca dei malviventi. Una ricerca terminata con un nuovo scontro a fuoco prima dell’arresto. Uno dei due sospettati, Michele Mastropietro di 59 anni, ritenuto il killer di Legrottaglie, è rimasto ucciso. L’altro malvivente, Camillo Giannattasio di 57 anni, è in carcere. È accusato di resistenza a pubblici ufficiali ed omicidio, commessi in concorso, tentato omicidio e detenzione illegale di armi.

Ma il calvario giudiziario potrebbe cominciare anche per due poliziotti in forza al Commissariato di Ps di Grottaglie, il viceispettore Ivan Lupoli e il sovrintendente Giuseppe Cavallo. I due sono indagati per l’omicidio colposo di Mastropietro. E, dopo aver dato la caccia ai due fuggitivi nelle campagne pugliesi, ora devono pagare di tasca propria oltre 1200 euro per le perizie balistiche sui bossoli. Un’attività necessaria per individuare, proprio in quelle campagne, tutti i colpi esplosi.

Paoloni (Sap) in esclusiva per Notizie.com: “È evidente che i colleghi si sono dovuti difendere”

È evidente che i colleghi si sono dovuti difendere. – ha commentato Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), in esclusiva per Notizie.com – Lascia sempre molto perplessi quando arrivano avvisi di garanzia per episodi la cui dinamica è abbastanza chiara. Ma se sono necessari approfondimenti è giusto che vengano fatti. Noi, però, invochiamo un cambiamento della normativa”.

Nelle scorse ore Lupoli e Cavallo sono stati ricevuti in Senato dal presidente Ignazio La Russa. Quest’ultimo ha ringraziato gli agenti, che aveva invitato personalmente, e si è auspicato che “la vicenda giudiziaria che doveva iniziare per necessità giuridica ma non per necessità morale, si concluda rapidamente”. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha ricevuto anch’egli i poliziotti, ha proposto un’autorizzazione al valore civile.

Paoloni (Sap) in esclusiva per Notizie.com: “È evidente che i colleghi si sono dovuti difendere” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Chi rischia la vita per assicurare alla giustizia dei pericolosi criminali che hanno appena ucciso un brigadiere dei carabinieri e che a loro volta vengono aggrediti con colpi d’arma da fuoco – ha sottolineato Paoloni – credo che abbiano tutto il diritto di difendersi per tutelare sé stessi e per assicurare alla giustizia dei malviventi. Le evidenze dell’autopsia dimostrano che c’è stato un conflitto a fuoco a distanza, nessuna colluttazione ravvicinata, per cui l’arma era indispensabile. E i primi a sparare sono stati i criminali”.

Quando è comparso davanti al gip dopo l’arresto Giannattasio è rimasto in silenzio. Nei suoi confronti è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare. La ricostruzione dei fatti si fonda sul racconto del carabiniere Costanzo Garibaldi, in pattuglia con Carlo Legrottaglie.

Omicidio di Carlo Legrottaglie, ritrovato un arsenale

Durante l’inseguimento da parte della gazzella dei carabinieri, i due fuggitivi avrebbero mostrato gesti di sfida, tra cui il dito medio rivolto ai militari dal finestrino. Poi avrebbero percorso contromano vari tratti stradali, prima di schiantarsi contro un palo.

Sceso dall’auto, Mastropietro avrebbe aperto il fuoco contro Legrottaglie e poi contro gli agenti. Giannattasio, secondo il gip, non si sarebbe limitato a guidare il complice armato. Ma avrebbe partecipato attivamente alla pianificazione e all’azione, mostrando una chiara volontà criminale. Le perquisizioni eseguite in seguito hanno portato alla scoperta di un arsenale clandestino tra la casa e il negozio di ferramenta dell’indagato. Qui sono state rinvenute pistole prive di matricola, fucili, munizioni, coltelli e passamontagna.

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Francesco Ferrigno