L’India ha lanciato missili nel territorio del Pakistan uccidendo almeno 26 persone, tra cui un bambino. I vertici di Islamabad hanno parlato di un atto di guerra.
Nuova Delhi ha detto di aver colpito le infrastrutture utilizzate dai militanti legati al massacro di turisti del mese scorso nella parte del Kashmir controllata dall’India. Il Pakistan avrebbe abbattuto diversi jet da combattimento indiani.
Le tensioni sono aumentate vertiginosamente tra i vicini dotati di armi nucleari dopo il massacro del 22 aprile avvenuto a Pahalgam, nel Kashmir, un’area da sempre contesa tra i due Paesi. L’India ha accusato il Pakistan di sostenere i terroristi, ma Islamabad ha negato ogni accusa. Il Kashmir, diviso tra i due Paesi ma rivendicato nella sua interezza da entrambi, è al centro di tensioni da decenni.
Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha condannato i raid aerei: “Il Pakistan ha tutto il diritto di dare una risposta decisa a questo atto di guerra dell’India”. Si è trattato di uno degli attacchi più intensi sferrati dall’India contro il suo rivale negli ultimi anni. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha chiesto la massima moderazione perché il mondo “non può permettersi uno scontro militare” tra India e Pakistan.
L’operazione militare indiana è stata denominata Sindoor, un termine hindi che indica la polvere vermiglio rosso acceso che le donne indù sposate indossano sulla fronte e sui capelli, in riferimento alle mogli che hanno visto i loro mariti uccisi davanti a loro a Pahalgam. I missili hanno colpito sei località nel Kashmir pakistano e nella provincia orientale del Punjab, uccidendo almeno 26 persone, tra cui donne e bambini.
Altre 38 persone sono rimaste ferite negli attacchi. Altre cinque sono state uccise in Pakistan durante gli scontri a fuoco al confine. I jet indiani avrebbero anche danneggiato le infrastrutture di una diga. Il Ministero della Difesa indiano ha affermato che gli attacchi hanno preso di mira almeno nove siti “dove sono stati pianificati attacchi terroristici contro l’India“.
Un attacco ha colpito la moschea Subhan nella città di Bahawalpur nel Punjab, uccidendo 13 persone, tra cui un bambino. Un altro missile ha colpito una moschea a Muridke, danneggiandone la struttura.
L’attacco ai turisti del mese scorso è stato rivendicato dal gruppo Resistenza del Kashmir. La Cina, attraverso il Ministero degli Affari esteri ha chiesto moderazione ed ha espresso “rammarico per le azioni militari dell’India ed è preoccupata per gli attuali sviluppi. La Cina si oppone a tutte le forme di terrorismo”.
Pechino è di gran lunga il maggiore investitore in Pakistan. Parliamo di un progetto di corridoio economico da 65 miliardi di dollari che attraversa tutto il Paese. La Cina ha anche diverse rivendicazioni di confine contestate con l’India, una delle quali proprio nella parte nord-orientale della regione del Kashmir.