Alla fine Friedrich Merz è stato eletto: il racconto della giornata più caotica di sempre al Bundestag, tra franchi tiratori e la destra che avanza.
Una giornata storica al Bundestag dove il caos ha regnato per tutta la mattinata e fino al primo pomeriggio di martedì 6 maggio. Il leader cristiano democratico Friedrich Merz si è svegliato con la convinzione di avere tutta la coalizione dalla sua parte e che il giuramento fosse ormai vicino. E invece all’ultimo minuto i diciotto franchi tiratori, approfittando del voto segreto, gli hanno fatto le scarpe.
Merz, prima di diventare cancelliere, ha potuto mettere sul petto la “prima medaglia”: quella di non essere stato eletto dal Parlamento tedesco. Un fatto questo, che non accadeva dai tempi di Adenauer, che nel 1949 riuscì a ottenere la poltrona solo grazie al suo stesso voto.
Non ha perso tempo AfD, il partito di estrema destra, con la leader Alice Weidel, che ha potuto anche togliersi un sassolino dalla scarpa, dopo che nei giorni scorsi il suo partito è stato dichiarato incostituzionale dall’Ufficio per la Protezione della Costituzione. Ha subito convocato il partito e chiesto nuove elezioni subito, forte anche dei sondaggi a suo favore.
In un primo momento era circolata la notizia che il Bundestag, come prevede la Carta Costituzionale, si sarebbe preso 14 giorni per votare nuovamente. Ma poi, la svolta nel giro di pochissime ore: forse al termine di accordi-lampo, oppure di un chiarimento, la coalizione dei conservatori e socialdemocratici formata da Cdu-Csu-Spd e il resto del Parlamento si sono nuovamente seduti a votare.
Buona la seconda: alla fine Merz è stato eletto cancelliere con 325 sì, 289 no e 1 astenuto. Nonostante l’elezione, la vicenda ha dimostrato che la maggioranza al governo in Germania già traballa prima ancora dell’inizio della legislatura. E questo non promette bene per la sua stabilità nei prossimi quattro anni.
Intanto continua la caccia ai franchi tiratori, che potrebbero essere i dissidenti nei partiti di governo oppure di singoli parlamentari. C’è chi pensa che a fare le scarpe a Merz siano stati i socialdemocratici, con l’intento di “farla pagare” al candidato cancelliere per una mozione non votata e non vincolante sul tema dell’immigrazione.
Ma c’è anche chi pensa che non sia un leader forte per il suo stesso partito, i cui componenti in parte appoggiano l’ex leader. “Diamo per scontato che da parte nostra ci sia stata la piena approvazione, nessuno era assente”. Così, una fonte vicina a Lars Klingbeil, leader Spd, ai media tedeschi.
Da Cdu invece, fonti interne hanno rivelato al quotidiano Bild che i 18 no siano arrivati dal partito conservatore. Merz stesso, in un incontro a porte chiuse con la coalizione, avrebbe detto di essere “convinto che alcune persone abbiano votato no per capriccio e non per convinzione”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il cancelliere uscente Olaf Scholz, dichiarando che quello che è accaduto oggi in Germania è stata “una situazione totalmente assurda”. Secondo Welt, alcuni deputati avrebbero votato contro Merz perché inconsapevoli di quello che avrebbe comportato la loro decisione. Questa teoria è stata avanzata anche da Mathias Middelberg di Cdu in un’intervento a Phoenix tv: “La mia impressione è che molti non avessero ben chiaro cosa stessero provocando con un voto contrario. Pensavano che il secondo turno di votazioni sarebbe seguito immediatamente. Molti sono rimasti sorpresi dal fatto che stessero innescando un processo elettorale che sarebbe potuto durare diversi giorni.