“Qualora detti presunti sviluppi abbiano un qualche fondamento circa l’alibi di Andrea Sempio, non intaccherebbero minimamente la accertata responsabilità di Alberto Stasi”.
A parlare in tono polemico è l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, a seguito della diffusione delle notizie in merito ad un nuovo soggetto sul quale stanno indagando carabinieri e Procura: l’ex vigile del fuoco Antonio.
Prima di entrare nel dettaglio di ciò che sappiamo in merito al prosieguo della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, è bene precisare che l’impulso a queste nuove indagini è stato fornito proprio dai legali di Stasi, al momento l’unico condannato in via definitiva a 16 anni per aver ucciso Chiara. L’inchiesta è ripartita quindi con l’iscrizione nel registro degli indagati del nome di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
Per l’avvocato Tizzoni “questi presunti sviluppi denotano solo una sistematica fuga di notizie rispetto alla attività degli inquirenti”. Ma cos’è successo? Nei giorni scorsi i carabinieri hanno convocato in caserma la madre di Andrea Sempio, Daniela Ferrari. Quando i militari hanno fatto un nome specifico, la donna si è sentita male. Da quel momento in poi l’Italia intera si è chiesta a chi appartenesse quel nome.
La risposta è giunta in queste ore, tramite indiscrezioni. I carabinieri hanno nominato Antonio, un vigile del fuoco oggi in pensione. Di lui si sa pochissimo. L’uomo avrebbe conosciuto Daniela circa 25 anni fa durante un corso sulla sicurezza tenuto nella casa di riposo dove lei lavorava. Da allora, i contatti tra i due si sarebbero limitati agli auguri natalizi via sms. Perché allora una reazione del genere?
Stando a quanto sta emergendo dall’inchiesta, Antonio potrebbe far vacillare l’alibi di Andrea, che ha sempre affermato di essere rimasto in casa fino alle 10 e poi di essersi spostato a Vigevano, presentando anche il tagliando del parcheggio. Proprio in quelle ore, il 13 agosto 2007, veniva uccisa Chiara Poggi. Dunque la storia non solo della mattinata di Sempio ma dell’intero delitto potrebbe essere riscritta.
“Come scritto a chiare lettere nelle sentenze, Stasi – ha commentato l’avvocato Gian Luigi Tizzoni – non solo non ha un alibi ma ha 7 gravi elementi a proprio carico. Spero che non si debbano preoccuparsi di trovarsi un alibi, a distanza di 18 anni, anche tutti i cittadini di Garlasco e delle zone limitrofe. Per altro come ogni giurista dovrebbe sapere, l’alibi mancato in assenza di seri indizi ulteriori non costituirebbe nemmeno motivo di sospetto“.