Arresto obbligatorio per i maggiorenni che aggrediscono professori e dirigenti; bocciatura con il 5 in condotta; attività di cittadinanza sociale per i bulli; educazione alla sessualità.
Sono queste le novità emerse dall’ultimo Consiglio dei Ministri tenutosi questa mattina ed esposte dal titolare del Dicastero dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara nella successiva conferenza stampa.
“Con questo provvedimento all’insegna del valore della trasparenza, intendiamo rafforzare l’alleanza tra la scuola e le famiglie”, ha detto Valditara. Il riferimento è all’ampliamento dell’offerta formativa per quanto concerne l’educazione alla sessualità.
Stando a quanto annunciato, le scuole dovranno acquisire il consenso preventivo per iscritto dei genitori sulla base di preventive informazioni sui soggetti e sul materiale didattico facenti parte del corso. Allo stesso tempo gli istituti dovranno prevedere attività formative alternative laddove il consenso venga negato. Gli insegnanti dovranno avere requisiti di professionalità scientifica o accademica. Per le scuole dell’infanzia e primarie si affronteranno temi come la biologia del corpo umano, la riproduzione e l’evoluzione biologica.
Per quanto riguarda, invece, le aggressioni al corpo docente, il Cdm è andato a modificare gli articoli 380 e 584 quater del Codice penale. È previsto insomma l’arresto obbligatorio in flagranza di reato per lesioni personali a carico di docenti e dirigenti scolastici. Sono escluse le aggressioni verbali. La pena prevista, inoltre, passa da 6 mesi a 3 anni a 2 a 5 anni di reclusione. Si tratta di una norma analoga a quella prevista per il personale sanitario.
“Il personale scolastico – ha spiegato il Ministro – è, dopo quello sanitario, quello in assoluto più toccato da aggressioni. Mentre negli anni scorsi la maggioranza delle aggressioni erano di studenti che mettevano le mani addosso ai docenti, la tendenza ora conferma che sono soprattutto i genitori che picchiano docenti o dirigenti scolastici”.
Novità anche sulle valutazioni degli studenti della scuola secondaria. Sono state chiarite ed estese le ipotesi con cui, con il 5 in condotta, si viene bocciati. Tra di esse c’è anche il bullismo. Con il 6 in condotta, invece, si viene rimandati a settembre. Bisognerà tenere a quel punto una sorta di esame di riparazione in cui lo studente, attraverso un elaborato, dovrà dimostrare di aver compreso la gravità del proprio comportamento.
Infine, la piaga del bullismo. “Fino ad oggi – ha sottolineato Valditara – per atteggiamenti aggressivi, bullismo, atti di violenza e danneggiamenti di beni pubblici era prevista la sospensione dello studente fino a 15 giorni. Quindi lo studente stava a casa, abbandonato al suo destino. O magari era persino felice di giocare ai videogiochi. Da oggi, invece, ci sarà più scuola”. Ciò significa che al posto della sospensione lo studente dovrà stare a scuola, approfondire, studiare e riflettere su tematiche riguardanti la sua cattiva condotta.
Inoltre scatteranno le attività di cittadinanza solidale come servire alla mensa dei poveri o in una casa di riposo. O, ancora, pulire e tenere in ordine il giardino della scuola. “È necessario – ha concluso Valditara – favorire il senso di appartenenza alla comunità, quella scolastica e quella generale, e la responsabilità individuale. Bisogna ripristinare il rispetto verso l’autorità dei docenti ed il rispetto delle regole come forma di maturazione”.