“Notiamo che c’è una diversa applicazione delle norme, a seconda che si tratti di presidenti di Regione del centrodestra o altri schieramenti politici”.
Così, Pietro Pittalis (Forza Italia), nella commissione parlamentare Antimafia, commenta l’arresto del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, che si trova ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta delle Procure di Genova e La Spezia e della Guardia di Finanza, sulle elezioni regionali del 2020.
L’accusa a suo carico è di corruzione e con lui sono coinvolti nell’inchiesta altre nove persone, tra cui il capo di gabinetto Matteo Cozzani, l’imprenditore Aldo Spinelli (ex presidente di Genoa calcio e Livorno), e Paolo Emilio Signorini, oggi ad di Iren.
“Vale sempre e comunque il principio della presunzione di innocenza – dichiara Pittalis ai nostri microfoni – Nel passato anche recente abbiamo visto inchieste roboanti che si sono concluse con un nulla di fatto. Nel rispetto del lavoro della magistratura, penso che si debba attendere sempre che i fatti vengano accertati e valutati anche nel contraddittorio. Siamo certi che Toti chiarisca la sua posizione, anche se devo rivelare che mi sembra una misura spropositata”.
Perché?
“Dobbiamo tener conto che si tratta di fatti di almeno tre anni fa”.
Ci sono i tempi delle indagini.
La commissione parlamentare Antimafia ha chiesto gli atti dell’inchiesta di Genova. Cosa farete?