“Zanchini chiarirà i contorni della domanda alla senatrice Ester Mieli, ma insomma: è un terreno molto delicato in questo periodo e bisogna stare attenti”.
Anche la deputata Dem Ouidad Bakkali, componente della Commissione Vigilanza Rai, esprime solidarietà alla senatrice di Fratelli d’Italia Ester Mieli dopo che il giornalista Giorgio Zanchini, in un’intervista a Radio Anch’Io su Rai Radio 1 le ha chiesto se fosse ebrea.
“Abbiamo commentato l’episodio ed espresso la nostra solidarietà. Questa mattina la senatrice Mieli partecipava alla Commissione Vigilanza Rai ed abbiamo potuto sentire il suo commento alla vicenda. È stata una domanda che, soprattutto in questo momento, desta preoccupazione e lei è rimasta colpita dall’episodio”.
Zanchini ha spiegato il contesto della domanda: “Sono molto dispiaciuto se la senatrice Mieli si è sentita offesa o se posso aver urtato la sua sensibilità, ma il mio intento era esattamente l’opposto”. Il suo intento era “far emergere un clima ostile agli ebrei e quindi di portarle la mia solidarietà. L’esatto opposto di quello che sta emergendo”.
“Sono certa che il giornalista chiarirà i contorni della domanda e le modalità, ma insomma: è un terreno molto delicato in questo periodo e bisogna stare attenti”, aggiunge Bakkali. “La religione e le origini di una persona non devono qualificare il pensiero o l’azione di nessuno. Sono tutti ambiti che non possono essere prerequisito, né la prima domanda di un’intervista”.
Onorevole Bakkali, la deputata Augusta Montaruli ha proposto di ascoltare i vertici Rai sulla questione, e forse anche Giorgio Zanchini. Di fronte a questa richiesta avete chiesto di riconsiderare l’audizione di Paolo Corsini e Serena Bortone. Vengono usati due pesi e due misure?
“In Commissione Vigilanza Rai abbiamo partecipato al dibattito. In realtà quella di Montaruli era una “provocazione” nei nostri confronti. Secondo noi è necessario audire Corsini e Bortone per chiarire la vicenda Scurati e per proteggere l’articolo 21 della Costituzione. Loro si sono opposti alla richiesta, sottolineando che basterà audire i vertici Rai l’8 maggio. Per “provocarci”, Montaruli ha detto che se audiamo Bortone allora dobbiamo fare lo stesso anche con il giornalista del caso Mieli. Ma per noi non c’è nessun problema. Solo che non possiamo comparare i due casi, perché vanno trattati in modo diverso”.
In che modo?
La presenza dei vertici Rai sulla libera informazione è “asfissiante”?
“Sia il caso Scurati che quel comunicato dei giornalisti dell’Usiraghi hanno colpito l’opinione pubblica. È arrivato chiaro il messaggio che la Rai si sta trasformando nel megafono di propaganda del governo. Si sta creando un clima in cui chi non la pensa come il governo ha sempre meno spazio. E quando ce l’ha, viene criticato o messo nel mirino della premier”.
A proposito di questo. Come valuta la decisione di Giorgia Meloni di pubblicare sui social il testo del monologo di Scurati?