“Abbiamo il dovere di rispettare la Costituzione ma anche il diritto di poter tornare a casa, sani, dalle nostre famiglie”.
Così, in esclusiva a Notizie.com, Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato autonomi di polizia, all’indomani degli scontri tra studenti e forze dell’ordine all’Università la Sapienza di Roma.
Dopo la decisione del Cda e del Senato accademico di non porre fine agli accordi di ricerca con Israele, i manifestanti sono insorti e durante la protesta si è verificato un duro scontro con la polizia. Due persone sono state arrestate dopo aver tentato di entrare al Senato accademico e sotto al commissariato. Uno è stato fermato per aver danneggiato l’auto della polizia, un’altra invece, è accusata di aver aggredito un dirigente durante il tentativo di irruzione al commissariato.
“Da tempo proponiamo il cuscinetto di sicurezza, cioè un’area di rispetto di circa due metri che separi manifestanti e forze dell’ordine per evitare episodi di violenza”, dichiara Paoloni, che parla anche di violenza annunciata: “Già in fatti recenti degli ultimi mesi, in troppi che hanno un ruolo istituzionale e politico, hanno giustificato e legittimato atti di violenza. Quello che è accaduto ieri è l’esito della patente di legittimità che molti hanno dato a episodi precedenti. Ma non c’è idea o valore che giustifichi la violenza”.
Segretario Paoloni, chi secondo lei, ha legittimato la violenza?
Come si può affrontare questa situazione?
“Sicuramente è una questione complessa. C’è un problema culturale e di formazione. In questo momento il ruolo del governo è mettere le forze dell’ordine in condizione di svolgere la meglio la professione. Il nostro è uno stato di diritto, quindi il nostro dovere è far rispettare le regole per dare la possibilità a tutti di manifestare la propria opinione liberamente. Ma senza l’uso delle armi e della violenza. Per farlo servono norme adeguate”.
Il governo il 16 novembre ha presentato i disegni di legge per inasprire le pene. Questo basta?
Ad esempio?
Registra un aumento di violenza in piazza quando il centrodestra è al governo?
“Assolutamente sì. Lo avevamo anche annunciato pubblicamente: quando il governo di centrodestra si è insediato, ci aspettavamo un aumento delle manifestazioni e anche degli episodi di violenza. Purtroppo i professionisti delle manifestazioni e della violenza sanno che quando accadono incidente, la manifestazione sale alle luci della ribalta. Di conseguenza tentano di superare i cordoni e i limiti previsti dalle prescrizioni del Comitato di ordine e sicurezza pubblica”.
C’è una ragione, secondo lei, in questo aumento della violenza in piazza quando il centrodestra governa?
“Perché quando governa il centrodestra, spesso le aree antagoniste aumentano le contestazioni per portare avanti idee opposte all’esecutivo. E per creare attenzione sulle manifestazioni tentano di far scoppiare incidenti”.